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Maurizio Losa: ''2013, la nuova stagione della Formula 1 ancora con la Rai''

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Fonte: Digital-Sat / F1Passion.it

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La Rai trasmetterà in chiaro tutte le gare di Formula 1 fino al 2017. L'accordo prevede che la Rai potrà trasmetterne in diretta solo nove gare (Cina, Spagna, Canada, Ungheria, Italia, Singapore, Giappone, Stati Uniti e Brasile) e per le altre dieci dovrà aspettare almeno tre ore dalla loro conclusione prima di dare il via alla trasmissione in differita.

Nella lista dei gran premi che la Rai ha concordato con Sky per la trasmissione live in contemporanea ci saranno tra gli altri il Gran Premio di Monza, le due gare finali del mondiale 2013 in programma negli Usa e in Brasile e la gara in Cina di metà aprile. Ma niente Gp di Monaco, nè alcuno dei primi due Gp stagionali, che si disputeranno in Australia e Malesia.

A trasmettere in diretta esclusiva tutti i Gp stagionali sarà Sky, che ha già annunciato che durante le dirette renderà disponibili ben nove canali dedicati per seguire le gare nel modo che si preferisce.

Sono 10 i Gran Premi, 3 fra i primi 4 in calendario, che verranno trasmessi in diretta esclusiva solo su Sky Sport F1 HD, il primo canale interamente dedicato alla Formula 1: 17 marzo Australia, Melbourne; 24 marzo Malesia, Kuala Lumpur; 21 aprile Bahrain, Sakhir; 26 maggio: Monaco, Monte Carlo; 30 giugno: Gran Bretagna, Silverstone; 7 luglio: Germania, Nurburgring; 25 agosto: Belgio, Spa-Francorchamps; 6 ottobre: Corea, Yeongam; 27 ottobre: India, New Delhi; 3 novembre: Abu Dhabi, Yas Marina.

F1, FORMULA 1, FIA FORMULA ONE WORLD CHAMPIONSHIP, GRAND PRIX e marchi associati sono marchi registrati da Formula One Licensing BV, una società del gruppo Formula One.

Simone Rossi
per "Digital-Sat.it"
(twitter: @simone__rossi)

Di seguito un articolo curato dalla storica firma Rai Ezio Zermiani al cui interno è presente un'intervista al responsabile dei motori di Rai Sport Maurizio Losa; il tutto è tratto dal sito specializzato F1passion.it


4 marzo 2013 – Dopo una gestazione contrattuale lunghissima, si è finalmente giunti al “chi fa che cosa” fra Rai e Sky in merito alle trasmissioni dei GP di Formula 1. Prima, per rinfrescarci la memoria, facciamo un salto nel passato fino alla prima registrazione di un GP, atterrando a Monza per il Gran Premio d’Italia del 13 settembre 1953 quando la Rai trasmetteva in regime di monopolio.

Da quell’anno e fino agli anni ’80 le trasmissioni partirono con la copertura televisiva dei tracciati che nei primi tempi prevedevano l’installazione di un massimo di cinque telecamere. Oggi, fra pista, box, paddock ed elicotteri vari siamo sulla trentina di obbiettivi. Se aggiungiamo poi le “on-board camera” piazzate sulle singole monoposto ci rendiamo conto che è ardua trovare un fazzoletto di pista non controllato dall’occhio del Grande Fratello. Bisogna ammettere che l’occhio più lungo è stato – ti pareva? – quello di Bernie Ecclestone che nel 1982 compra dall’Eurovisione alla modica cifra di duecento milioni di lire i diritti televisivi.

Le TV generaliste nazionali si fecero espropriare di un business enorme, ma soprattutto dovettero poi, in seguito, tornare alla casella di partenza, pagando cifre importanti per riacquistare i diritti di trasmissione che il Boss faceva lievitare mettendo in concorrenza almeno due competitors per ogni paese: un’asta al miglior offerente con Bernie che passava a riscuotere e senza nessuna spesa, perché si inventò un sistema nel quale ogni singola televisione doveva produrre il segnale per se stessa e per tutti gli altri con “l’obbligo” di reciprocità.

Le spese di produzione (troupe, tecnici, giornalisti, materiali, in un giro del mondo per una ventina di volte) lievitarono di anno in anno. La contropartita? Nulla, anzi, una classifica a fine anno nella quale le singole emittenti giudicavano (senza votare per se stesse) la qualità delle riprese e le eventuali innovazioni tecniche altrui. Ogni televisione si dannava a trovare sempre nuove idee e soluzioni che gravavano maggiormente sui sanguinanti budget aziendali. A calendario concluso, Ecclestone mandava due righe di complimenti al vincitore, due righe di biasimo all’ultimo e un incoraggiamento a far meglio a tutti gli altri. Dopo la consegna della pagella, tutti a darsi da fare come i matti per essere più bravi nell’anno successivo. Si può?

Ci fu anche qualche televisione pubblica che cercò alleati per fare “cartello”, ma immediatamente Bernie offrì ad una piccola emittente privata il segnale gratis e altrettanto presto tutti rientrarono all’ovile e tutto tornò sotto le sue sgrinfie. Va detto, a onor del vero, che l’Eurovisione non sarebbe mai riuscita a creare un prodotto commerciale così perfetto, sofisticato e redditizio con ricaduta sui team e il Circus in generale. Insomma, il giochino va bene a tanti, almeno finora, anche se per il futuro, financo imminente, qualche nube all’orizzonte si sta già formando. Pare di sentirlo il vecchio Bernie: “C’è tempo, c’è sempre tempo per morire e guadagnare”.

Il primo cambiamento nelle trasmissioni avviene dal 1991 al 1996 quando la Rai, per la prima volta, deve dividere la Formula 1 con Mediaset; nel quadriennio che va dal 1991 al 1994 Rai e Mediaset trasmettono otto gran premi a testa (il calendario prevedeva sedici gare). Nel 1995 Mediaset trasmette tre GP in più e nel 1996 acquisisce i diritti per la totalità delle gare (tutte su Italia 1, tranne il GP di Monaco che venne irradiato da Canale 5) e alla Rai rimasero solamente i secondi diritti. Dal 1997 la F1 torna sulle reti Rai, fino allo scorso anno per arrivare quindi ai giorni nostri.

Ma sentiamo dal vicedirettore di Rai Sport, responsabile dei motori, Maurizio Losa, come è avvenuta questa contrattazione che divide il calendario composto di 19 gare (la Rai trasmetterà nove gran premi in diretta) fra le due emittenti televisive:

Maurizio Losa, si può parlare di un vero e proprio parto per questo nuovo contratto appena sottoscritto dalla Rai?
"È stato un contratto molto complicato, complesso e faticoso. Non era sufficente trovare un accordo con l’altro soggetto che si è assicurato dalla FOM i diritti in esclusiva per tutta la stagione, perché il tutto è regolato da un preciso contratto con FOM che stabilisce una serie di regole, a partire dalle scelte dei Gran Premi che sono realmente in esclusiva e quelli non in esclusiva, quindi in chiaro. Questo contratto prevede inoltre che più di due gran premi consecutivi, per ognuno dei soggetti interessati, non possono essere in totale esclusiva e che ci devono essere almeno tre ore di distanza, dalla fine dell’evento, per poter trasmettere in chiaro le differite. La banale quantificazione economica, non dico che è stato, forse, l’ultimo dei problemi, ma una volta stabilito il tetto minimo e il tetto massimo, in quel range si lavora, mentre le soluzioni da trovare hanno riguardato tutti gli articoli che vanno a comporre la regolamentazione del contratto stesso che per Rai inizia nel 2013 e termina nel 2017."

I capitali in campo: quanto ha voluto la FOM per questi diritti?
"Parlare di cifre è sempre abbastanza complicato perchè sono diversi i soggetti coinvolti. Per una questione di stile aziendale, non trovo giusto parlare di cifre. Sarebbe scorretto nei confronti della FOM, dell’altro soggetto e di questa azienda. Ci tengo a precisare che Rai sulla Formula 1 c’è da sessant’anni, iniziando a trasmettere gare dal 13 settembre 1953, tranne un anno in cui il Mondiale è stato tutto ad appannaggio di Mediaset. La Rai c’è sempre stata ed è stata l’emittente che in chiaro, quindi gratis, ha permesso di vedere e seguire la storia della Formula 1. Nel momento in cui il mercato televisivo sta andando sempre più verso la pay tv, Rai – che è televisione pubblica – trasmettendo in chiaro, ha deciso di proseguire il proprio impegno sulla Formula 1 almeno fino al 2017 e questo accade in un momento in cui una televisione pubblica come BBC, prima ancora di Rai, ha fatto la scelta di andare verso una soluzione mista, cioè metà eventi in diretta e per metà in differita. In Francia, terra notoriamente appassionata e vicina ai motori che esprime piloti nazionali, la Formula 1 si vedrà solo a pagamento, non essendoci più presenza di televsione pubblica in chiaro. Per la Spagna già si prefigura dal 2014 uno scenario di pay tv… Patrick Boullier di Renault qualche settimana fa ha fatto una dichiarazione che è una sorta di campanello di allarme, sostenendo che sebbene i team avranno più soldi dai ricavi dei diritti televisivi in seguito a una loro diversa ripartizione, bisogna stare attenti perché il prodotto complessivo Formula 1 sta perdendo appeal in quanto la tendenza di andare sempre di più verso la soluzione pay tv, che esclude un pubblico generalista, porterà a una perdita potenziale di spettatori. Probabilmente sotto il profilo del marketing ci potrà essere un innalzamento del livello… Qualcuno sostiene che la pay tv appartiene a un pubblico più acculturato e con maggiori capacità di spesa: bisogna decidere, se si vuole far diventare la Formula 1 un prodotto di elìte, la strada intrapresa è quella giusta, mentre se si vuole che la Formula 1 sia un grande sport capace di attirare milioni di telespettatori bisogna cambiare, visto che fino a qualche anno fa il pubblico veniva quantificato tra 560 e 600 milioni per ogni Gran Premio. Oggi non è più così…"

Come è avvenuta la trattativa tra Sky e Rai?
"Direi che è stata una grande partita a scacchi dove erano state stabilite delle regole dal contratto. Queste regole prevedevano che Rai fosse il primo soggetto a fare la scelta dei primi tre Gran Premi, dei quali uno già imposto che è il Gran Premio d’Italia, gara di interesse nazionale, che nel rispetto delle norme delle comunicazioni, deve essere trasmesso in chiaro perché deve essere fruibile a tutti. Poi l’altro soggetto sceglieva a sua volta altre tre gare. Dal settimo Gran Premio in poi la scelta avveniva una gara per volta per singolo soggetto. Non ci siamo seduti attorno a un tavolo. Tutto è avvenuto davanti ad un computer attraverso un banale scambio di mail, insomma una sorta di scacchiera virtuale, con le 19 date, quelle delle gare nella stagione e ognuno sceglieva…"

Quale la filosofia che ha fatto scegliere alla Rai i Gran Premi in funzione di audience e orario?
"In primis abbiamo cercato di fare scelte che andassero incontro agli interessi dei telespettatori generalisti. Per i Gran Premi che si disputano ad ovest, Canada, Usa e Brasile, cioè alle ore 20:00 in Italia i primi due e alle 17:00 quello a Interlagos, significa che possono andare in onda in Italia, per effetto degli accordi previsti dal contratto, dopo tre ore e cioè dalle 23:00, che è un orario penalizzante. Mentre trasmettere la corsa dal Brasile alle 20:00 ci consente di essere in fascia prime-time, quindi con un vasto pubblico di telespettatori ai quali consentiremo di non andare a letto troppo tardi, pensando che poi il lunedì dovrà alzarsi presto per andare a lavorare. Per quanto invece concerne le gare che si disputano al mattino presto (Australia, Malesia, Giappone, Corea del Sud, Cina, India) abbiamo fatto in modo che si venissero trasmesse in orari più canonici per gli appassionati della Formula 1 e cioè alle 14:00. Non abbiamo potuto non scegliere i Gran Premi del mattino, perché è stata una partita a due che doveva tenere conto del gioco degli incastri e quindi abbiamo cercato di seguire delle priorità per poi andare di rimessa con le restanti corse rispetto alla scelta, passatemi il termine, fatta dall’avversario. Abbiamo cercato, da subito, di aggiudicarci gli ultimi due appuntamenti della stagione, Usa e Brasile, perché decisivi, normalmente, per l’assegnazione del Mondiale. A questa nostra opzione, la contromossa dell’altro soggetto, è stata quella di bloccare a proprio favore i Gran Premi di Monaco, Gran Bretagna e Germania. Da questa base si è sviluppato tutto il resto nella suddivisione delle gare… Il principio ispiratore è stato quello di salvaguardare il più possibile l’interesse del telespettatore. Un esempio: il Gran Premio d’Australia 2012, disputato alle 7 del mattino ora italiana, registrando 2.800.000 telespettatori, ha avuto indici di ascolto ben lontani dalla media annuale 2012 Rai di 6.400.000 per singolo appuntamento."

Quali le trasmissioni previste di supporto ai Gran Premi?
"Manterremo lo stesso tipo di impostazione con le rubriche Pit Lane e Pole Position per tutti gli eventi in diretta, con l’aggiunta delle prove libere su Rai Sport 1. Questo significa che il fine settimana “live” della Rai inizierà con la diretta delle libere dal venerdì, più una sintesi di un’ora e un quarto in onda il venerdì sera alle 22:30 dedicata a chi non ha avuto modo di vedere le sessioni durante la giornata. Per gli eventi in differita, ci sarà sempre la sintesi di un’ora e un quarto in onda il venerdì sera alle 22:30, mentre non trasmetteremo la terza sessione di prove libere del sabato mattina perché andremmo a trovarci, per effetto dei vincoli contrattuali di rispetto degli orari, negli stessi orari delle qualifiche in corso in quel momento. Pit Lane andrà in onda come di consueto il sabato sia per le dirette che per le differite e naturalmente Pole Position la domenica nel format classico in occasione delle trasmissioni in diretta, mentre diventerà il contenitore dell’evento quando il gran premio sarà trasmesso in differita. Ci sarà anche una nuova rubrica, Parco Chiuso una sorta di “processo al Gran Premio” quale analisi anche in prospettiva della gara successiva."

Come sarà composto lo staff Formula 1 della Rai?
"Rimane invariato, con le nostre voci storiche per la Formula 1. Sostituiremo Fabiano Vandone che ha fatto altre scelte. Arricchiremo il prodotto con nuovi strumenti che preferisco non svelare per non rovinare la sorpresa… C’è anche la volontà di inserire qualche volto inedito nel team Rai che seguirà la Formula 1, guardando al nuovo e al futuro…"

Ezio Zermiani
per "F1Passion.it"

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