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Il Venerdìtoriale - Sky vs. Mediaset, una guerra a colpi di contratti e accordi?

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Fonte: Digital-Sat (original)

E
Economia
Prima delle festività natalizie tiene banco il colpo a sorpresa di Mediaset che si riappropria dei diritti in chiaro della Champions League dopo sei anni di trasmissione da parte della Rai. Assieme alle esclusive di Europa League e Supercoppa adesso potrebbe tentare il colpo ancora più grosso, cercando di far cedere Sky. Ci riuscirà? Proviamo a rispondere nell?ultimo VENERDÌTORIALE del 2010 su Digital-Sat.
 
Serve innanzitutto una premessa: la situazione ampiamente descritta da tutta la stampa ieri è assolutamente provvisoria. L?unico punto fermo sembra essere la partita di prima scelta del mercoledì in chiaro su Canale 5, oltre a semifinali (con italiane) e la finale. Tutto il resto, se si parla di esclusive, è ancora in discussione. Del resto il fatto che il contratto in questione parta dalla stagione 2012/13 rende possibili molti scenari, che si intrecciano a tutto tondo con le note questioni che coinvolgono Sky e Mediaset.
 
Sono questi due a giocare la partita (più a scacchi che di calcio) sia per la Champions che per l'intero mercato della televisione a pagamento e, chissà, anche quella multicanale in chiaro nel prossimo futuro. Tra un anno, com?è risaputo, si esauriranno gli impegni assunti da Sky di fronte alla Commissione Europea all?atto della fusione tra Stream e Tele+ e il gruppo di Murdoch potrà operare liberamente sul digitale terrestre. Qui nasce il primo dilemma: il contratto sottoscritto da Sky l?8 dicembre scorso (esclusiva assoluta della Champions pay) è legittimo? Rispondendo in breve: no, se commitments riguardano la data di stipula del contratto; sì, se invece si guarda agli anni di riferimento (2012-2015 in questo caso). Su questo deciderà l?Antitrust sulla base del ricorso presentato da Mediaset.
 
Proprio sui ricorsi della controparte ha risposto ironicamente Tom Mockridge alla notizia di ieri: «Non ho dubbi che il mio amico Fedele Confalonieri stia incaricando il suo ufficio legale di presentare un secondo reclamo all'Antitrust: questa volta contro la sua stessa azienda, visto che proprio Mediaset raccoglie più dell'85% degli investimenti pubblicitari nelle televisioni private italiane. Se questo non sta accadendo, mi potrei convincere del fatto che lui e i suoi colleghi di Cologno credono che in Italia ci debba essere una regola per Mediaset e una diversa per gli altri».
 
Da par suo Mediaset ha risposto per bocca di Paolo Calvani, capo ufficio stampa del gruppo, sulle pagine de La Stampa: «La nostra in realtà non è stata una scelta. Ci dispiace aver perso l'asta precedente, ma la cifra sparata da Sky era altissima, mirata a prendersi tutto ammazzando la concorrenza, noi abbiamo speso molto meno. Loro sono anglosassoni, hanno una mentalità diversa, o tutto o niente, puntano alla leadership mondiale. Nel caso degli ultimi Mondiali hanno comprato anche i diritti del digitale terrestre sapendo di non poterli usare, e si sono rifiutati di rivenderceli, per questo abbiamo fatto ricorso all'Antitrust. Noi invece saremmo contenti se tutti i tifosi potessero vedere il calcio su tutte le piattaforme. Se a Sky saranno ragionevoli si potrà trovare una forma di convivenza, altrimenti si continuerà con la guerra. E in questo caso il pericolo per noi non è che si inseriscano altri concorrenti, ma che dal duopolio si passi al monopolio».
 
La partita si gioca proprio lì: visto il crescente valore destinato ad assumere l?Europa League (per via della riduzione del numero di squadre italiane in Champions), questa potrebbe diventare una valida contropartita per ottenere da Sky i diritti Pay Dtt della Champions, in modo tale ? per Mediaset ? di preservare (migliorandola, grazie all?esclusiva free del mercoledì) l'offerta di Premium. Sky, invece, amplierebbe l?offerta con l?Europa League finora assente e potrebbe tentare di arrivare al Mondiale per Club, da sempre su Premium con la nuova formula.
 
Una trattativa che potrebbe sembrare assolutamente utopistica, viste le posizioni a dir poco divergenti tra le parti, ma che gioverebbe ad entrambi ampliando le rispettive posizioni sul proprio terreno di gioco (questo vuol dire per Mediaset tenere lontano Sky dal ?suo? digitale terrestre a pagamento almeno fino al 2015). Chi invece esce malamente da questa situazione è la Rai, che perde i diritti in chiaro che aveva dal 2006, ma anche Dahlia, in crisi finanziaria e senza grandi esclusive da sfruttare per battagliare con i competitor. Ah sì, c?è anche un altro che ride più di tutti, Michel Platini, presidente dell'Uefa, che è riuscito a raddoppiare gli introiti dal mercato italiano, passando da quasi 100 milioni complessivi del precedente contratto agli oltre 200 di questo. Mica male specie in questo periodo.
 
In attesa di capire come si evolveranno le cose in questo complicato scenario, mi congedo da voi per le imminenti ricorrenze natalizie, augurando buone feste a tutti i nostri lettori e dandovi appuntamento con il Venerdìtoriale al 14 gennaio.
 
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
 
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