Calenda: «No scorrerie, Vivendi dia spiegazioni» Berlusconi: «Rispettino patti e leggi»
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
L'Italia non e' un paese dove gli investitori stranieri possono venire a fare «scorrerie». Quando arrivano devono «spiegare cosa vogliono fare». Non c'e' retorica di tutela dell'italianita', ne' ombre di protezionismi nelle parole del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda che, registrando 'Faccia a faccia' che stasera andra' in onda su La7, torna sulla scalata di Vivendi a Mediaset, che nel giro di pochi giorni ha portato il gruppo francese da una quota di poco sotto il 3% a quasi il 30% dei diritti di voto di Mediaset. Una operazione che ha comportato un esborso di circa 1,2 miliardi. E, per la prima volta da quando e' scoppiata la 'battaglia' fra italiani e francesi, sul tema e' intervenuto anche il fondatore e socio del Biscione, Silvio Berlusconi, che in una lunga intervista al Corriere della Sera, sottolinea con forza che Fininvest e Mediaset non vogliono la guerra con nessuno, ma che il libero mercato prevede il rispetto di patti e leggi.
«Penso che quella di Vivendi sia un'operazione di mercato condotta in modo opaco. Perche' non chiarisce il punto di caduta - ha detto Calenda - e rischia di paralizzare un'azienda importante. Un investitore deve venire in Italia spiegando cosa vuole fare». Per Calenda non si tratta «della difesa dell'italianita' di Mediaset, ma della dignita' del paese», perché «l'Italia non e' un Paese per scorrerie». Vivendi - secondo il ministro - «deve dire, per esempio, quanto intende investire in Italia. In Francia ce lo chiederebbero assertivamente». Invece «ci siamo trovati con una compagna straniera che non ha detto perché» stava facendo questa operazione. «Sembra entrata per paralizzare la governance e mettere sul tavolo qualche cosa che non si capisce», ha concluso Calenda.
A citare esplicitamente l'amico (ex?) Vincent Bollore', che guida il gruppo francese, e' invece il leader di Forza Italia e fondatore di Fininvest e Mediaset Silvio Berlusconi.
«Il gruppo che ho fondato non ha mai voluto un conflitto con il signor Bollore', ma nei rapporti finanziari, imprenditoriali e commerciali esistono un'etica, un sistema di regole e di leggi su cui si basa il libero mercato - spiega l'ex premier - Se le si viola apertamente, allora ne risente non solo Mediaset ma l'intera comunita' degli affari. Quello che chiede Fininvest e' soltanto il rispetto dei patti e delle leggi. Non vuole guerre con chicchessia, non vuole contrasti che nella vita delle aziende non fanno bene a nessuno».
Ricordando come si stia parlando della prima tv commerciale in Europa, che ha dato impulso per decenni all'economia, ma di cui non si occupa da anni, Berlusconi ha ovviamente sottolineato di essere
«totalmente a fianco dei miei figli a del management nella difesa di un'identita' aziendale che non puo' essere messa in discussione ne' tantomeno frantumata».
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