
L'avevano promesso e hanno mantenuto la parola: al primo caso di doping durante il Tour, le emittenti tedesche
Ard e Zdf hanno sospeso la diretta televisiva della corsa a tappe francese. A far scattare lo stop è stata la notizia della positività al testosterone di un atleta della T-Mobile, Patrik Sinkewitz, dopo un controllo a sorpresa effettuato l'8 giugno scorso.
Il flagello del doping non abbandona dunque il ciclismo e provoca problemi di immagine sempre maggiori al mondo della bicicletta. In una
Grande Boucle partita tra le polemiche e senza grandi nomi proprio a causa delle inchieste della giustizia sportiva e della magistratura, a generare un caso senza precedenti è un 26enne tedesco della T-Mobile, squadra già coinvolta in altri casi di doping come quello di Jan Ullrich.

Patrik Sinkewitz, che nel sangue aveva un rapporto tra testosterone ed epitestosterone pari a sei volte il limite massimo consentito e che si proclama innocente, in realtà , al Tour non c'era più. Domenica, a causa di una brutta caduta, si era dovuto ritirare. Per le reti televisive che trasmettono la gara in Germania non ha però fatto alcuna differenza. Già prima dell'inizio della corsa, in seguito alle confessioni di numerosi ciclisti ed ex ciclisti tedeschi, avevano annunciato che avrebbero sospeso le dirette al primo caso simile. La positività di Sinkewitz ad un controllo a sorpresa effettuato più di un mese fa dell'agenzia antidoping tedesca le ha indotte a mantenere la parola data: in Germania non si vedrà il Tour finché non sarà fatta piena luce sulla vicenda. Chissà che questo tipo di conseguenze non abbia effetti migliori sul mondo del ciclismo rispetto alle minacce di squalifica dei singoli corridori.