
Le televisioni locali, in particolare quelle consorziate in FRT e Aeranti-Corallo, starebbero infatti preparando una serie di ricorsi ai Tribunali Amministravi Regionali per impugnare il Piano, prossimamente in pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il motivo del contendere è tutto nella scelte delle frequenze loro assegnate: «molte delle frequenze assegnate sono di qualità inferiore perché di difficile coordinamento con l'estero, quelle migliori sono andate alle reti nazionali», come spiega Andrea Secchi su Italia Oggi.
«Sulla base dei criteri generali che sono presenti nel piano - afferma Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, sempre su Italia Oggi - è possibile già dare una valutazione: la quantità delle frequenze che ci sono state assegnate è inferiore rispetto a quelle delle prime aree tecniche passate al digitale. Ma soprattutto dal punto di vista qualitativo non viene rispettato un terzo della riserva per le locali previsto dalla legge. Non si può parlare solo di quantità, se la qualità è inferiore».
Marco Mele, sul Sole 24 Ore, scende più nei dettagli: «I canali dal 61 al 69, secondo la relazione tecnica, "sono quelli identificati, in ambito internazionale e comunitario, per il dividendo digitale esterno" da assegnare con gara agli operatori telefonici. Tale previsione piace poco alle tv locali: i canali sono tutti assegnati proprio a loro (che potrebbero però percepire un congruo risarcimento dallo Stato)».
C'è poi la questione tempo: il Piano è arrivato troppo tardi, se si considerano poi i tempi per la convocazione dei tavoli tecnici e l'imminente periodo estivo, dominato dalle ferie. Anche l'altra questione preponderante per i prossimi switch-off, vale a dire quella relativa alla numerazione LCN, rischia di rallentare ancora di più l'intero iter: l'Autorità ha però garantito che il nuovo regolamento in materia arriverà entro il 20 luglio.
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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