Si è svolta ieri a Milano, presso il Palazzo della Regione Lombardia, la conferenza stampa sul passaggio del capoluogo lombardo al digitale terrestre, previsto per il prossimo 26 novembre. Alla presenza del padrone di casa, il governatore Formigoni, sono intervenuti il ministro Paolo Romani, il presidente della Fondazione Bordoni, Enrico Manca, e i principali rappresentati delle emittenti nazionali e locali.

Roberto Formigoni, come già aveva fatto in occasione della Conferenza Nazionale DGTVi dello scorso maggio, ha auspicato che la tecnologia digitale terrestre possa essere usata sin da subito dalle amministrazioni locali per comunicare al meglio con il cittadino e ha sottolineato l’impegno informativo del suo ente, in collaborazione con il Ministero, grazie alla campagna di “Nando” il telecomando.

Poi è stata la volta di Andrea Ambrogetti, presidente di DGTVi, che ha parlato non solo degli obiettivi raggiunti di qui a breve, ma anche e soprattutto di tutte quelle questioni che si porranno in futuro, a cominciare dalla numerazione LCN, al calendario 2011 (in cui si augura possa essere ufficializzato l’anticipo delle scadenza europea) e il beauty contest che permetterà l’ingresso di nuovi soggetti, a tutto vantaggio dei cittadini, a cui il digitale offre nuove opportunità di visione e di fruizione.
Hanno preso la parola anche Costantino Federico, patron di Retecapri, che ha chiesto maggiore attenzione per le piccole realtà nazionali come la sua, unica nata nel Mezzogiorno d’Italia, e i rappresentanti delle tv locali. Proprio da queste sono arrivate le maggiori critiche: Maurizio Giunco (Frt) ha richiesto principalmente un’attenzione finanziaria e culturale verso le emittenti locali, mentre Fabrizio Berrini (Aeranti Corallo) ha tuonato per la volontà espressa dal ministro Tremonti di fare cassa con la vendita delle frequenze 61-69 UHF, le stesse che il Piano Frequenze approvato dall’Agcom riconosce alle locali.

Sulla LCN, la numerazione automatica, Romani ha garantito che entro la settimana, nel giro quindi di 3 o 4 giorni, sarà firmato il decreto che sancisce le posizioni per le aree di prossimo passaggio. I ritardi fin qui registrati – ha ammesso il ministro – sono dovute ad un numero di richieste non previsto. In ogni caso entro il 26 novembre le regole ci saranno e saranno pronte per essere applicate.
Capitolo beauty contest: Romani smentisce certi articoli di giornale che accusano il Ministero e l’Agcom di prendersela comoda. In realtà, spiega il ministro, si sta aspettando che l’Europa – con cui è in ballo un procedimento di infrazione che deve essere chiuso al più presto – approvi e dia il via libera alle norme approvate in Italia. Dopo aver parlato con il commissario Kroes a Roma nei giorni scorsi, Romani ha assicurato la platea dicendo che dovrebbe essere questione di settimane.
Per quanto riguarda l’asta per le frequenze, Romani ha spiegato come si è arrivati a tale situazione: entro il 1° gennaio 2013, per decisione della UE, la tv deve liberare e cedere le frequenze in banda 800 Mhz, da cui la Germania ha già raccolto 4,2 mld di euro e da cui Romani se ne aspetta almeno 2,4 il prossimo anno. Ha rassicurato inoltre chi oggi o domani sarà su quelle frequenze, perché nessuno sarà costretto a cederle coercitivamente, ma sarà anche possibile che si ridiscuta per intero l’assetto delle frequenze coinvolgendo tutto lo spettro dal 21 al 69. Anche se poi il ministro ha ammesso che «un'eventuale crisi di governo potrebbe fare slittare i tempi dell'asta per le frequenze da liberare dopo il passaggio al digitale terrestre».
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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