
«Infatti – ha aggiunto Rossignoli – con tale esiguo numero di frequenze, non è assolutamente possibile che tutte le tv locali delle aree ancora da digitalizzare ricevano le assegnazioni frequenziali e divengano operatori di rete. In particolare il numero di 18 frequenze è assolutamente insufficiente nelle Regioni Toscana, Puglia, Calabria, Sicilia e Abruzzo e, comunque, sussistono rilevanti difficoltà anche nelle altre regioni in relazione alle esigenze di coordinamento tecnico con le trasmissioni televisive digitali dei paesi esteri confinanti».
«A conferma della delicatezza della problematica - ha proseguito Rossignoli - i rappresentanti di molte Regioni hanno espresso forte preoccupazione per le problematiche delle televisioni locali connesse al processo di transizione».
«Auspichiamo ora - ha concluso Rossignoli - che il Ministero dello Sviluppo economico, in vista della prossima riunione del Cnid, individui nuovi percorsi per la transizione nelle Regioni ancora da digitalizzare che non penalizzino il comparto televisivo locale e mantengano inalterato il ruolo dello stesso sul territorio».