Intervistato nell'ambito di "WIDG - La tv che vorrei", la settimana della qualità televisiva sul web, Carlo Freccero parla del suo rapporto con l'Auditel, di come funziona e di quale sarà il futuro della rilevazione. Sognando il "tempo reale" e senza dimenticare internet.Carlo Freccero «L'Auditel è mio guru, il mio feticcio, il mio incubo, il mio piacere, il mio maestro, la mia guida: per chi fa televisione è tutto. L'Auditel è un sistema virtuale di campionatura, quindi non è ovviamente esente da difetti, non è una certezza, è una convenzione, di cui però non possiamo assolutamente fare a meno, perché è su questa convenzione da cui si basa il lavoro televisivo. Oggi questa "convenzione" deve essere naturalmente perfezionata, deve essere attualizzata ed aggiornata ai new media. Deve diventare cioè la più reale ed attuale possibile, come per esempio la misurazione che avviene sul web con i contatti reali che stanno vedendo la tal pagina. Oggi io credo si debba in qualche modo uscire dai target biologici, per lavorare maggiormente sugli stili di vita e sugli atteggiamenti del pubblico. Poi oggi è molto importante per noi che facciamo televisione affiancare al dato Auditel, anche il commento dei lettori dei blog, che ci aiutano moltissimo a capire il gradimento di un prodotto, a leggerne gli umori e che credo in futuro diventerà uno strumento da cui non si potrà più prescindere»
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