Rientriamo con il nostro VENERDÌTORIALE dopo le feste tornando sul tema più caldo di tutto il mese appena trascorso, in cui – come abbiamo visto nella news di Capodanno (leggi qui) – ha tenuto banco il caso Cielo. Dopo la partenza del 16 dicembre scorso ne riparliamo dopo aver ben osservato, in questi giorni di vacanza, i suoi programmi e analizzato i suoi palinsesti.
Cielo, una ventata di aria fresca. Questo il pay off scelto per lanciare l’ultimo canale gratuito del digitale terrestre, almeno relativamente alla sua giovane età. Perché siamo sicuri, pur non disponendo dei dati Auditel, il canale ha già conquistato una fetta notevole di pubblico televisivo. Vuoi per l’ampia campagna pubblicitaria, voluta ma anche no (vedi i tantissimi articoli pubblicati da tutti i giornali nel periodo del “blocco”), vuoi per le molteplici vie d’accesso e vuoi anche per un palinsesto ben organizzato e strutturato.
Andiamo brevemente a vedere questi elementi: la partenza ritardata ha generato da un lato ripercussioni economiche per gli spot già venduti e non trasmessi per i quindici giorni in cui Cielo è rimasto in stand-by attendendo l’ok del Ministero. Ma dall’altro ha dato la possibilità di farsi conoscere da un numero di persone di gran lunga più numeroso, tenendo presente che la ricezione digitale terrestre del mux L’Espresso non è così capillare. Considerando poi le velature politiche che la vicenda ha preso (anche a causa del famoso ‘cartello’) la questione è divenuta ben presto di dominio pubblico e nell’aria, per riprendere il claim, si sentiva “voglia di Cielo”.
E non si è certo fatto attendere: a meno di 24 ore dal via libera di Romani il canale è andato on air con Sky Tg24, decisamente la sorpresa positiva di questo avvio, aumentando di fatto il pluralismo informativo in un anno che ha visto l’informazione tv sempre più criticata come ‘serva’ della politica. Il tg di Carelli è rinomato essere garanzia di professionalità (ne sono testimonianza i tanti premi vinti in questi anni) e l’augurio è che possa ritornare in chiaro anche nella sua forma estesa, come era fino a qualche anno fa sul satellite, magari esportandosi sul digitale terrestre che manca di un vero e proprio canale all news (non ce ne vogliano i giornalisti di Rai News 24).
Un altro punto forte del palinsesto di Cielo è la serialità: per attirare un pubblico giovane non c’è prodotto migliore, come già ampiamente dimostrato da Freccero e dalla sua Rai4. E così hanno trovato collocazione serie tv che sulle reti generaliste tradizionali avrebbero faticato a ritagliarsi il loro spazio, come ad esempio Boris, per anni in procinto di approdare in chiaro su Raitre senza mai nulla di fatto. Ma non vanno dimenticate le prime di Donne assassine, Life on Mars (USA), Lipstick Jungle, Sons of Anarchy e molte altre.
Un po’ meno apprezzata, almeno dal sottoscritto, la seconda visione di “Vuoi ballare con me?”: il fatto di essere replicata integralmente rispetto alle dirette di Skyuno della primavera 2009 toglie quella suspance tipica dei talent/reality di questi anni. Sicuramente nell’ottica di una seconda stagione sarebbe plausibile avere un servizio parallelo a quello offerto dal canale 109 di Sky, che permetta di raggiungere più pubblico e creare un maggiore interesse verso i due canali.
È qui infatti che la domanda non riesce a trovare risposta: che fine fa ora Skyuno? Ora che Fiorello ha definitivamente lasciato Sky (in attesa di ritornare su Raiuno come si auspica il direttore Mazza), ha più senso un canale di intrattenimento come quello visto nel 2009? Secondo me è assolutamente no. Già a settembre ci eravamo occupati del futuro di questo canale e, dopo il lancio di Cielo, non possiamo che riproporne le conclusioni: il nuovo Skyuno dovrebbe raccogliere il meglio dei canali Sky, spaziando tra i vari generi della sua offerta e offrendo, a tutti, una selezione che possa arricchire l’abbonamento anche al solo Mondo e che possa ingolosire gli indecisi nell’acquistare i pacchetti premium come Cinema o Calcio.
A Cielo invece è data una missione apparentemente simile ma in realtà complementare: dare valore all’ampio parco contenuti di Sky/Fox per la sua messa in onda in chiaro, con chiari obiettivi di target (giovani, tra i 18 e i 49 anni, e con livelli socio-economici elevati, come dichiarato da Davey prima del lancio) e anche qui un più celato obiettivo di portare abbonamenti alla casa madre.
Intanto tutti, abbonati e non, si godono questa “ventata d’aria fresca” che – per chi non lo sapesse – è disponibile anche sui vostri personal computer: attraverso il sito www.cielotv.it
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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