È stata inaugurata lo scorso martedì presso l’Università Cattolica di Milano la mostra che celebra i 12 anni di Studio Universal, uno dei pochi canali televisivi italiani ad aver provato la terribile esperienza della chiusura, prima della “risurrezione†dello scorso anno. Ad aprire i festeggiamenti un convegno organizzato dal Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi diretto da Aldo Grasso) cui hanno partecipato tra gli altri Luca Federico Cadura, chairman di NBC Universal Global Networks Italia, e Carlo Freccero, direttore di Rai4 e presidente di Raisat. Il racconto di questa giornata nel consueto appuntamento del VENERDÌTORIALE di Digital-Sat.
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Si potrebbe chiamare “
vita, morte e risurrezione di un brand di successoâ€, ma la definizione che martedì ne ha dato
Luca Federico Cadura è stata piuttosto quella di un “
brand per legittima difesaâ€. Il richiamo è ovviamente alla grande levata di scudi seguita alla decisione di Sky di non rinnovare il contratto con
Studio Universal, segnandone la fine (poi rivelatasi momentanea) delle trasmissioni. La forza del canale però era anche e soprattutto nel suo pubblico, da cui la campagna “
I love SU†il cui simbolo campeggia fino ad oggi all’Università Cattolica di Milano (foto copertina).
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La mostra, così come il convegno di martedì, sono anche un modo per rivivere la storia di un canale tra i più apprezzati del panorama digitale italiano e che oggi rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’offerta Premium Gallery. Davanti ad un folto numero di studenti, il già citato Cadura ha raccontato in breve la vita del canale attraverso le sue campagne istituzionali, le promozioni di prodotto e i gadget che da sempre hanno contraddistinto la comunicazione di Studio Universal.
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Questa, per esempio, era la primissima campagna di lancio identificata da un claim che scomodava addirittura Maometto, “
Se la televisione non va al cinema, il grande cinema va alla televisioneâ€. Come ha però spiegato
Cadura, «
si è tratto di un errore, perché si generarono aspettative legate alla parola “grande†che erano diverse da quelle che si intendevano dare, visto che in quegli anni in cui la pay tv era ancora agli albori, si pensava che tutto dovesse essere in anteprima. Decidemmo così di passare da un canale di film ad un canale di cinema».
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Da lì fu un successo dietro l’altro, perché il canale andava prendendo una forma ben definita che lo portò successivamente ad essere tra i 15 canali più visti della piattaforma Sky. La fine però si avvicinava: nel gennaio 2008 il gruppo NBC Universal aveva lanciato Steel sulla piattaforma Mediaset Premium, considerata come una diretta concorrente, scatenando evidentemente la reazione di Sky che si manifestò al rinnovo mancato con Studio Universal. «Fu in questa occasione – ha ammesso Cadura – che ci siamo resi conto di quanto eravamo stati in grado di costruire con S.U., perché mai avremmo immaginato di ricevere così tanti messaggi dal nostro pubblico che ci hanno aiutato ad inseguire il sogno di una storica rinascita». Rinascita che avvenne nel giro di un anno quando Mediaset Premium trovò l’accordo per lanciare il canale sul suo digitale terrestre. E il resto è storia recente. Â
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La mostra, visibile anche in formato “virtuale†sul
sito di Studio Universal,
presenta anche degli spot di cui vi mostriamo una breve selezione: il primo voleva promuovere in modo originale la serata dedicata agli “
Spaghetti Westernâ€, il secondo è quello della
chiusura comunicata agli abbonati Sky e il terzo invece il
celebre spot S.W.A.T. nella versione andata in onda dopo la riapertura su Premium.
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In tutti e tre gli spot è centrale la figura del marchio, il cosiddetto brand, segno univoco di riconoscimento per lo spettatore. Come ha sottolineato Aldo Grasso, «se nella tv generalista il “marchio†è solo un’indicazione stradale, in quella digitale (sia satellitare che terrestre) diventa un vero e proprio mezzo distintivo con la possibilità di promettere qualcosa al consumatore, con cui si instaura un vero e proprio patto fiduciario». Carlo Freccero ha invece rivelato un particolare curioso a proposito dello stile di Studio Universal: «quando mi è stata affidata la gestione di Rai Sat Cinema, mi sono sin da subito ispirato al palinsesto di Studio, perché riusciva e riesce tuttora a sfruttare in maniera ottimale un prodotto importante e magico come il cinema».
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L’invito che facciamo in conclusione è quello di visitare, seppur in maniera virtuale, la mostra sui 12 anni di Studio Universal attraverso questo indirizzo www.studiouniversal.it/mostra_su e di postare i vostri ricordi e i vostri commenti sull’iniziativa nel nostro Digital-Forum nell’apposita discussione raggiungibile da qui.
Il prossimo appuntamento con in Venerdìtoriale è per il 9 Aprile.
Vi giunga pertanto il nostro augurio per una serena Pasqua.
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Giorgio Scorsone
per "
Digital-Sat.it"
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