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L'addio all'analogico: Digitale, servono canali e alleanze

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Digitale Terrestre
  sabato, 19 maggio 2007
 00:00

Rai e digitale terrestre: finora, un mezzo disastro annunciato. Vi è l'opportunità, però, di rovesciarlo, rilegittimando persino il servizio pubblico.

Situazione della Rete: la copertura del secondo multiplex della Rai e ben inferiore a quelli dì Mediaset. Che fare? Acquistare, frequenze per migliorarla è troppo oneroso. La Rai spinge, piuttosto; per accelerare il passaggio al digitale di Rai2 e Rete4 regione per regione.
Così facendo, potrebbe contare, ad esempio in Piemonte, dopo la Sardegna fatta la conversione di Rai2 su una rete digitale con una copertura superiore al 90% della popolazione.

Il problema è la diffusione dei decoder in Piemonte è inferiore alla Sardegna. Lo spegnimento delle reti nazionali, però, accelera tale diffusione. Con rischi ridotti a Cagliari e provincia, dove il suo segnale analogico è stato spento, la perdita di ascolto di Rai2 è modesta.

La Rai, però, deve prendere atto che Mediaset è, oggi, l'operatore di rete leader, in Sardegna come in Italia. Una politica di alleanze e acquisizioni, allora, non andrebbe scartata a priori, ad esempio, con Telecom Italia: le due reti di trasmissione, insieme, diverrebbero l'operatore di  rete di riferirriento.

Situazione contenuti: la Rai comincia, tardi a fare sul serio. I canali per bambini dei servizi pubblici europei, come quello che Viale Mazzini sta preparando, hanno successo.

È in atto la trattativa sulla numerazione dei canali digitali: la Rai ha prenotato numeri per RaiNews24, RaiSatSport, il canale bambini, RaiUtile e RaiEdu: non è escluso che alcuni di questi numeri siano destinati a nuovi canali.  Per questi ultimi c'è capacità trasmissiva disponibile? No, finché tutte le tv non passano al digitale. Allora, non mancherà: le previsioni parlano di 27 reti (multiplex) digitali, ciascuna con cinque-sei canali.

Le opzioni sui nuovi canali non mancano. In Rai si parla da tempo di una Rai 4 "semigeneralista'.  In Europa funzionano in canali extension, una sorta di canale a valore aggiunto per il pubblico di un'emittente generalista.

C'è poi l'Alta Definizione (HD). Al momento, occupa con un canale in HD lo spazio di un multiplex. Domani ne occuperà molto meno, grazie alle tecniche di compressione. I televisori HD non sono moltissimi, ma cresceranno: se non è business, l'Alta Definizione è un optional quasi indispensabile, anche solo per determinati eventi

La Rai, tuttavia,.deve puntare soprattutto aun'offerta multicanale nel digitale terrestre, che potrebbe rilegittimarla. Nella tv generalista del duopolio è difficile distinguere l'offerta pubblica da quella commerciale. Se al canale per bambini e quello all news, la Rai aggiungesse un canale per il cinema e la fiction italiane ed europee - un modello che ha buoni ascolti in altri mercati - e un altro sui documentari, doveroso. per un servizio pubblico, darebbe un senso alla propria Offerta (e al canone).

Tali canali vanno però distribuiti su tutte le piattaforme. Qui si apre il problema del satellite: almeno due o tre milioni di famiglie hanno decoder e parabola ma non l'abbonamento a Sky.
Per raggiungerle occorre criptare il segnale - per problemi di diritti esteri - con almeno due standard, non solo con l' Nds di Sky, come attualmente fa la Rai

E la pay-tv? C'è sul mercato, nei fatti, La7 Cartapiù. Porta con sé un sistema di gestione, uno standard di criptaggio e diritti. Nell'ultimo anno La 7 ha rinunciato alla competizione con Mediaset, con un accordo "suicida" sul calcio, rinunciando all'esclusiva degli incontri dei propri club con le big del campionato. Si può sempre tornare a competere.

Per il futuro, si parla dei decoder, ibridi, per ricevere sul tv domestico sia la tv digitale terrestre sia l'Internet Television.

Tali decoder, per ora, sono sfati lanciati dalle IPTV, come Fastweb, per offrire i canali generalisti gratuiti al proprio pubblico, liberando capacità di rete per nuovi servizi

Marco Mele
per "Il Sole 24 Ore"

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