Dalla crossmedialità alla convergenza: che impatto ha questa nuova tendenza “culturale†sulla televisione, sui suoi prodotti e soprattutto sul rapporto con gli spettatori? Con l’uscita in libreria del nuovo libro a cura di Aldo Grasso e Massimo Scaglioni, «Televisione Convergente – La tv oltre il piccolo schermo», edito da RTI – Link Ricerca, riprendiamo questo argomento a noi caro con uno sguardo più approfondito alle dinamiche di consumo.
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La convergenza è un’attitudine che incoraggia gli utenti a interagire con i contenuti, a creare connessioni con diversi testi, a usare le tecnologie sempre meno come strumenti per comunicare e sempre più come nuovi territori da esplorare», così scriveva
Henry Jenkins, studioso di media, nel 2006 nel suo “
Cultura convergenteâ€. A partire da questa considerazione che eleva la convergenza
da pura opportunità tecnologica a fenomeno culturale (si legga anche
l’ultimo articolo sul tema di Aldo Grasso domenica scorsa sul
Corriere), si sono sviluppati negli ultimi anni vari studi sul tema a sottolineare, in senso positivo e negativo, gli effetti di questo importante cambiamento di paradigma.
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La televisione gioca un ruolo centrale in questo processo, essendo universalmente riconosciuta (ancor più in Italia) la sua posizione cruciale nel sistema mediale. Allargando lo sguardo potremmo forse dire che in realtà tutto ruota intorno al prodotto audiovisivo: come recentemente sostenuto da
Chris Anderson, il web – spazio della convergenza per eccellenza – è destinato a scomparire in virtù delle spinte giocate per un verso dal mondo delle “
App†(o
widget) e dall’altro dalla
diffusione di piattaforme per la (condi)visione di contenuti audiovisivi (negli Stati Uniti si sta registrando un enorme successo per
Netflix, oltre che il più famoso
Hulu, tipico esempio di quella che chiamammo
“tv librificataâ€).
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Ciò premesso, una riflessione sulle dinamiche in atto in tema di “
Televisione Convergente†è più che mai attuale, in un periodo di passaggio al digitale che in questi mesi interesserà tutto il Nord Italia. A questo ha pensato il
Ce.R.T.A. (Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi) che ha condotto questa ricerca, al centro del libro edito da
RTI per la collana
Link Ricerca, indagando il cambiamento in atto, sia sul lato della
produzione che della
fruizione, e offrendo interessanti spunti per meglio comprendere strategie e dinamiche in tema di
consumo convergente.
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In questa sede fissiamo lo sguardo proprio su questo aspetto, così da chiudere il cerchio aperto
la scorsa settimana quando parlavamo di “
Crossmedia audiencesâ€: la ricerca del Ce.R.T.A. evidenzia la presenza di
tre livelli di consumo convergente. Il primo, più superficiale, con cui il fruitore esplora e si informa con l’obiettivo di
ridurre la complessità del sistema in cui è inserito. Per far questo usa ad esempio il web per reperire informazioni, riducendo però il numero di strumenti cui fare riferimento, prediligendo i mezzi ufficiali delle emittenti.
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Il livello più profondo giunge a comprendere la ricerca di definizione dell’
identità personale e di gruppo dei fruitori, così come la presenza di fenomeni di collezionismo e
possesso dei prodotti audiovisivi. Ci riferiamo ad esempio al
download (legale e non), all’acquisto di cofanetti dvd, allo streaming a pagamento, ma anche al
merchandising o alla produzione di discorsi, non solo in forma testuale ma anche di
remix o
mash up.
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Infine, il livello intermedio, dove prevalgono il
discorso e il
gioco: è un livello centrale, a metà tra i due già visti e che includono le forme più avanzate di mappatura dell’ambiente e quelle più basilari di identificazione o conservazione dei prodotti. Ad esempio, gli strumenti complessi di orientamento come l’
EPG o le tecnologie
timeshift (come il
MySky) o ancora lo
streaming gratuito (su
Youtube o sui siti degli operatori), meno coinvolgente del
download o del cofanetto.
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Assieme ai tre livelli, la ricerca mette in luce delle dinamiche che influenzano lo spostamento continuo dei fruitori in questa scala, il cui posizionamento è diverso in base al programma o anche ad alcuni suoi aspetti parziali. Tra queste si citano la valorizzazione e la fidelizzazione (che spingono verso il livello profondo),l’accomodamento/semplificazione (che portano l’utente verso il livello più superficiale) e anche fenomeni di “rimbalzoâ€, quando alcune pratiche convergenti profonde portano i discorsi sui programmi da una nicchia a una platea sempre più ampia.
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Oltre a queste interessanti considerazioni, nella ricerca è stata seguita l’evoluzione (in senso convergente) di
dodici programmi tv andati in onda nel corso della stagione 2009/10 suddivisi in tre generi: intrattenimento, fiction italiana e serialità americana. Come si specifica nell’introduzione, anche in questo caso «
l’attenzione è stata posta sull’incrocio fra produzione e consumo, fra le estensioni ufficiali e quelle realizzate dagli utenti/spettatori. Ciascuna
case history manifesta differenti gradi di approfondimento della convergenza, squadernando un ventaglio piuttosto vasto di possibilità , fra successi e insuccessi. Si comprendono soprattutto quali opportunità di azione creativa attorno ai suoi prodotti il broadcaster convergente può mettere in campo, e come si muovono, di converso, gli spettatori: cosa si aspettano e cosa, concretamente, fanno con la televisione».
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Questi i programmi presi in esame:
Grande Fratello, X Factor, Uomini e donne, Chiambretti Night (Intrattenimento),
I Cesaroni, Tutti pazzi per amore, Squadra Antimafia – Palermo oggi, Romanzo Criminale (Fiction Italiana),
Heroes, CSI, Gossip Girl, Mad Men (Serialità americana).
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Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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Pagine:
268
Prezzo: 18 euro
Formato: 160x240 mm
Collana: Link Ricerca
Confezione: brossura
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Direttore editoriale di
Link è
Marco Paolini, direttore
Fabio Guarnaccia.
Coordinamento redazionale:
Luca Barra. In redazione
Alessia Assasselli.
Sito ufficiale:
www.link.mediaset.it
Blog ufficiale:
linkmagazine.blogspot.com
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Contributi di: Luca Barra, Stefania Carini, Adriano d'Aloia, Lorenzo Domaneschi, Andrea Fornasiero, Aldo Grasso, Fabio Introini, Rocco Moccagatta, Cecilia Penati, Massimo Scaglioni, Anna Sfardini, Sergio Splendore, Matteo Tarantino, Simone Tosoni.
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