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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è tornata a pronunciarsi sul caso dell’accordo tra Telecom Italia (Tim) e Dazn riguardante i diritti di trasmissione delle partite di Serie A per il triennio 2021-2024, dopo un percorso articolato tra decisioni, ricorsi e ulteriori istruttorie.
Il procedimento originario (I857) aveva portato l’AGCM, nel giugno 2023, a stabilire che l’accordo costituisse un’intesa restrittiva della concorrenza ai sensi dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Le sanzioni imposte ammontavano a oltre 7 milioni di euro per il Gruppo Dazn e a circa 760.000 euro per Tim. Tuttavia, la sentenza del Tar Lazio dell’11 maggio 2024 ha parzialmente accolto i ricorsi presentati da Sky Italia e Fastweb, evidenziando la necessità di rivedere la durata dell’infrazione precedentemente individuata.
Uno degli aspetti più controversi è stata la discrepanza temporale nella valutazione del periodo in cui l’intesa ha avuto effetti sul mercato. L’AGCM, nel provvedimento originale, aveva circoscritto la violazione al periodo tra il 1° luglio 2021 e agosto 2021, basandosi sull'inizio della commercializzazione dei diritti televisivi e sulle successive modifiche adottate da Tim e Dazn. Tuttavia, il Tar ha evidenziato un “insanabile contrasto” rispetto alle risultanze istruttorie, che identificavano un arco temporale più ampio, dal 27 gennaio 2021 al 4 agosto 2022.
Il Tar ha dunque ordinato all’Autorità di riaprire il procedimento per riesaminare la durata dell’infrazione, garantendo un contraddittorio con le parti coinvolte. Questa decisione non ha annullato il provvedimento originario, ma ne ha modificato l’efficacia limitandola al termine della riedizione del procedimento. In risposta, l’AGCM ha deliberato l’11 giugno 2024 di non appellarsi contro la sentenza del Tar, accettandone le conclusioni. Successivamente, il Consiglio di Stato ha respinto l’istanza cautelare di Tim, rafforzando la necessità di un nuovo procedimento.
Il 12 novembre 2024, l’AGCM ha dunque deliberato l’avvio di un’ulteriore istruttoria per ridefinire la durata dell’infrazione. Questo procedimento coinvolge non solo Tim e Dazn, ma anche altri operatori del mercato come Sky Italia, Fastweb, Vodafone, Iliad e Wind Tre, oltre ad associazioni di categoria come Federconsumatori e Codacons.Le parti interessate avranno trenta giorni dalla notifica del provvedimento per richiedere un’audizione e far valere le proprie ragioni. Il procedimento dovrà concludersi entro il 30 giugno 2025, garantendo piena trasparenza e partecipazione.
Questa vicenda evidenzia la complessità delle dinamiche di mercato legate alla distribuzione dei diritti televisivi, un settore in cui la competizione tra operatori e piattaforme digitali è cruciale per garantire un’offerta diversificata e accessibile ai consumatori. L’esito finale del procedimento sarà determinante per delineare non solo le responsabilità delle parti coinvolte, ma anche le regole future per evitare squilibri concorrenziali in un mercato strategico come quello delle telecomunicazioni e dello sport.