Con l'inizio di febbraio, è stata attivata la tanto attesa piattaforma antipirateria Piracy Shield, rappresentando un successo per la Lega Serie A di calcio. Questo settore è stato particolarmente colpito dal fenomeno criminale della pirateria online, sia sportiva che non, sia in diretta che on demand. Dopo quattro mesi di pianificazione e discussione, Piracy Shield scenderà in campo già stasera con l'avvio della 23a giornata, nell'anticipo Lecce-Fiorentina, offrendo la possibilità di bloccare entro 30 minuti trasmissioni pirata e siti segnalati. Tuttavia, l'attenzione maggiore è stata rivolta al big match Inter-Juventus, programmato per la serata di domenica, coinvolgendo anche gli appassionati che non possiedono un abbonamento regolare per seguire il campionato.
L'ultimo scoglio, il ricorso di Assoprovider, è stato superato la scorsa settimana con il via libera del Tar del Lazio, secondo cui
"l'azione dell'Autorità risulta finalizzata a fornire strumenti di rapido intervento nei confronti dei fenomeni massivi di violazioni del diritto d'autore online, ma non in conflitto con l'esercizio della funzione giurisdizionale".
La piattaforma funge da centro di comunicazione per diversi attori coinvolti. I detentori dei diritti sono i primi a segnalare le trasmissioni pirata, comunicandole alla piattaforma che genera un "alert" distribuito ai provider, circa un centinaio, incaricati di oscurare le trasmissioni entro 30 minuti. Si basa su un sistema machine to machine: i titolari accreditati, che hanno già ottenuto un provvedimento cautelare per la tutela del diritto protetto, a fronte di ulteriori violazioni del medesimo diritto, possono 'caricare' le segnalazioni di violazione, assistite da un adeguato corredo probatorio, sulla piattaforma che le indirizza automaticamente agli Isp accreditati i quali provvedono al blocco dell'indirizzo Ip e/o dell'Fqdn (il nome di dominio completo) entro i successivi 30 minuti. Una corsa contro il tempo, dunque, perché le partite durano 90 minuti e gli hacker sono velocissimi a creare nuovi indirizzi di trasmissione. In Inghilterra, unico altro stato ad utilizzare uno strumento come questo, i risultati appaiono per il momento positivi anche se si tratta di una continua rincorsa ai pirati, proprio come accade per i virus informatici.
Piracy Shield è stata donata dalla Lega Serie A ad Agcom ed è stata sviluppata dalla startup milanese Sp Tech, nata per difendere il diritto d'autore e la reputazione online tramite il monitoraggio del web e dei social. Il debutto della piattaforma è stato un momento cruciale, segnando il test della sua efficienza e affidabilità. Le sanzioni per chi fruisce delle trasmissioni pirata sono già previste, ma con l'entrata in vigore della nuova legge, le conseguenze sono diventate più gravi, con multe fino a 5.000 euro. Le sanzioni penali riguardano principalmente chi trasmette illegalmente contenuti in streaming, rischiando fino a 3 anni di reclusione e multe fino a 15.000 euro.
Il commissario dell'AgCom, Massimiliano Capitanio, ha sottolineato l'importanza della piattaforma nel contrastare le emissioni pirata in tempo reale, come nel caso della partita Lecce-Fiorentina. I provider che hanno aderito alla piattaforma hanno ricevuto le credenziali necessarie per mettere in linea gli strumenti sviluppati per automatizzare l'elaborazione delle richieste di blocco.
Nonostante i progressi, sono emerse sfide e polemiche riguardanti la gestione e l'equità nel trattamento dei provider, sollevando interrogativi sulla distribuzione delle risorse e l'impatto sui costi fissi. La speranza è che l'impegno dei provider, soprattutto quelli più piccoli, non sia vanificato e che la lotta alla pirateria venga vista come una protezione dei diritti d'autore in tutti i settori, non solo nel calcio. Agcom sembra aver compiuto passi positivi, ma rimangono dubbi sulla gestione delle richieste e sulle procedure di blocco e sblocco dei siti. Il weekend inaugurale sarà un banco di prova cruciale per valutare l'efficacia e l'affidabilità di Piracy Shield nel contrastare la pirateria online e nel tutelare gli interessi legittimi degli operatori e degli utenti.