Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha affrontato in un evento a Trentola Ducenta nel casertano sulla Cyber Security il problema della pirateria nel calcio, paragonandola a una sfida tra "guardie e ladri" in cui le organizzazioni criminali sono sempre pronte a spostarsi su nuovi server. Ha sottolineato che questa battaglia non è solo una questione economica, ma cruciale per la sopravvivenza stessa del calcio. Secondo De Siervo, la pirateria non è più vista con la nostalgia del vecchio "pezzotto", ma è diventata una fonte di guadagno per organizzazioni come la camorra e la 'ndrangheta, che sottraggono circa 300 milioni di euro all'anno alle casse dei club, danneggiando l'intero sistema.
De Siervo ha lodato le iniziative del governo per contrastare il fenomeno, ma ha evidenziato la necessità di un cambio culturale: i veri tifosi dovrebbero rendersi conto che guardare partite piratate danneggia direttamente i loro club. Ha inoltre spiegato che non c’è stato un calo significativo degli ascolti delle partite nelle prime giornate del campionato, nonostante la percezione, e ha chiarito che i dati sono incompleti a causa della mancanza di informazioni su Sky.
Il dirigente ha poi spostato l'attenzione sul sovraffollamento del calendario calcistico, criticando l'eccessivo numero di partite, in particolare quelle internazionali. Ha sottolineato come la nuova formula della Champions League, con partite distribuite su otto mesi, rischi di svalutare i campionati nazionali, tra cui la Serie A, creando competizioni che si fanno concorrenza tra loro e dividono l’attenzione del pubblico.
Infine, De Siervo ha espresso grande apprezzamento per i 20 anni di gestione del Napoli da parte di Aurelio De Laurentiis, definendolo una figura visionaria con competenze uniche nel settore dell’audiovisivo e dello sport business. Ha elogiato la capacità di De Laurentiis di far valere le proprie idee grazie alla sua visione globale, sottolineando però che il calcio moderno si basa sulla vendita dei diritti tv, e che la pirateria rappresenta una minaccia esistenziale per questo modello. De Siervo ha ribadito che la Lega Serie A continuerà a combattere contro i motori di ricerca che facilitano l'accesso ai contenuti piratati, perché "o noi o loro", lasciando intendere che il futuro del calcio dipende da questa battaglia.
Ecco le sue parole riportate nella edizione quotidiana de "Il Mattino"
C’era una volta il vecchio “pezzotto”.
«È come in “Guardie e ladri”, stiamo sempre a inseguire. Appena li acchiappiamo, loro si spostano in un altro server. Però, alla fine di questa battaglia vinceremo noi. Perché è o noi o loro. Ne va della sopravvivenza del mondo del calcio Si, ha un senso di nostalgico questa parola, forse perché legato alla creatività di una volta. Ma ora non è così, dietro ai pirati c’è la camorra, la ‘ndrangheta, c’è il far west informativo che regna fuori dall’Italia, ci sono almeno 300 milioni di euro che ogni anno finiscono nella tasche del crimine organizzato e non delle società di calcio».
Il governo si è mosso?
«E anche bene. C’è un filo di Arianna che collega l’hacker con il terminale del cliente: ora dobbiamo risalire all’utilizzatore finale e sanzionarlo. Le norme ci sono. Un vero tifoso non vede la partita piratata, perché poi fa un danno al suo club. Ma è questione culturale, non legata al prezzo degli abbonamenti».
C’è stato un calo di ascolti in queste prime tre giornate?
«No, perché si calcola solo l’audience di Dazn e mancano ancora i dati di Sky, che si è assicurata tre gare. Poi c’è il fenomeno di chi si abbona in ritardo, dopo essersi disabbonato prima dell’estate. Ma non siamo preoccupati».
Non è che si gioca troppo?
«Sì, il numero di gare è esagerato. Ma non è colpa nostra: le partite che organizziamo come Lega sono sempre le stesse. Da anni. Abbiamo in corso un battaglia legale con la Fifa per il Mondiale per club. Ma anche con la Uefa è in corso una discussione: in pochi anni il numero delle partite della nuova Champions e delle nazionali è cresciuto in maniera vertiginosa».
La nuova formula della Champions danneggia la serie A?
«Certo e mi preoccupa perché è evidente che questo format toglie valore alle competizioni nazionali. Prima le gare delle coppe europee si svolgevano in autunno e poi in primavera, ora ci sono otto mesi di partite. Ininterrottamente. Sono, prodotti sostituibili, magari chi compra da un broadcaster non compra da un altro. E davvero rischiano tutti i campionati nazionali, non solo la nostra serie A».
De Laurentiis festeggia i 20 anni alla guida del Napoli.
«È fantasmagorico. Ha cultura sul prodotto audiovisivo, esperienza nel cinema e nello sport business, tutte le volte che interagisce e provoca le sue idee vengono prese in considerazione perché ha visione globale e internazionale. Ha il suo stile nel rappresentarle, ma questo riguarda il carattere».
Sulla pirateria neppure mezzo passo indietro. È evidente.
«Il calcio moderno si mantiene sulla forza di vendere le partite. Stiamo aggredendo anche i motori di ricerca che per certi versi sono complici. Ci sono, ripeto, 300 milioni di euro di mancati introiti, ovvero il 30 per cento del valore dei diritti tv. Il calcio così viene ucciso, perché non ci sono più i mecenati di una volta che perdono soldi, viene speso quello che entra in cassa: abbiamo il calcio che meritiamo e questo sistema parassitario che non paga per vedere le gare va fatto saltare. Sennò salta il calcio. O noi o loro».
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