Entro l'anno RaiSat intende lanciare un nuovo canale dedicato all'arte, e aumentare la presenza in America latina, in Nord America e in Estremo Oriente, attraverso la vendita di blocchi di programmazione brandizzatì.
RaiSat Cinema, Extra, Gambero Rosso, Premium, Smash e YoYo, ovvero il portafoglio completo RaiSat, hanno assicurato, nel 2006, ricavi per 57 milioni di euro (7-8 milioni da pubblicità, il resto dalla piattaforma Sky e dalle vendite all'estero), un margine operativo lordo di 16 milioni, un risultato operativo pari a 5,8 milioni e utili netti di 2,7 milioni di euro.
Con un impatto positivo, quindi, sul bilancio della capogruppo Rai, che controlla RaiSat al 94,9% (un 5% è nelle mani di Rcs MediaGroup), e auto-finanziando gli investimenti per le nuove iniziative. Ecco i progetti di Carlo Sartori, presidente RaiSat.
Stupito dai cosiddetti nanoshare delle rilevazioni Auditel sui canali satellitari?
Nell'ultimo triennio i canali di RaiSat, primo editore italiano del bouquet Sky, sono cresciuti tantissimo per audience. Il +50% solo tra il 2005 e il 2006. Extra, che per il 70-80% ripete in sostanza i programmi Rai, ha nel nostro pubblico una immagine molto sofisticata. Grazie a quel 20% di palinsesto prodotto da noi e che caratterizza molto il canale.
E il cinema?
RaiSat Cinema ha deciso di puntare sulle produzioni italiane, e ormai quasi la metà dei film trasmessi sono nazionali.
Le novità in arrivo?
Dal 1° maggio parte la nuova programmazione di Gambero Rosso, mentre stiamo studiando un canale di arte e dovremo chiudere accordi commerciali sull'estero. Questa è una parte di business che da qui in poi verrà molto potenziata, vendendo pezzi di palinsesto a marchio Gambero Rosso, o Extra, o RaiSat Cinema,
Ci sono 4 milioni di abbonati a Sky. Di questi si stima che circa 1 milione non guardi la tv satellitare sempre. L'audience potenziale, quindi, è attorno ai 3 milioni di famiglie (circa 9 milioni di persone) che si spalmano su oltre 100 canali. Perché qualcuno si stupisce dei cosiddetti nanoshare?
Mah, forse non hanno capito bene il sistema. Il pubblico del satellite è un sottouniverso. Ma è potentissimo, la crème della crème della società italiana. Quindi ha un valore eccezionale. Certo, si divide su un sacco di canali, e quindi i numeri sono piccoli. Alcuni canali poi, come per esempio Rai Utile, sono autoghettizzanti, e quindi già editorialmente sono destinati a mini target. I numeri vanno letti con attenzione, non possiamo usare logiche da tv generalista, che vive, invece, sulla pubblicità. Il satellite vive di qualità.
Claudio Plazzotta
per "Italia Oggi"