Segui tutta la Serie BKT, tutta la Liga e tre partite di Serie A ENILIVE
per ogni giornata con DAZN Goal Pass, a partire da 7,90 € al mese.
Clicca qui per scoprire e attivare l’offerta.
DAZN ha deciso di intraprendere una vera e propria offensiva legale contro la pirateria, una pratica che mina gravemente i diritti d’autore e i ricavi delle pay-tv sportive. La piattaforma, nota per la trasmissione di eventi di calcio, basket e altre discipline, è determinata a ottenere un risarcimento economico da parte di chiunque abbia contribuito alla diffusione e alla fruizione illegale dei suoi contenuti. L'inchiesta condotta dalla Procura di Catania rappresenta il punto di partenza di questa battaglia, con centinaia di pirati già identificati e un’indagine che potrebbe portare conseguenze senza precedenti per gli utenti irregolari.
Il piano di DAZN si sviluppa su due fronti principali. Da un lato, l'azienda intende costituirsi parte civile nel procedimento penale che seguirà all'indagine catanese, rivendicando il ruolo di parte lesa. Questa mossa consentirà di chiedere formalmente il risarcimento per i danni subiti a causa degli organizzatori delle reti clandestine di distribuzione illecita dei contenuti. Si tratta di un passo decisivo per colpire il cuore della pirateria organizzata, rappresentata da coloro che gestiscono e traggono profitto dalle piattaforme illegali, spesso vendute come "pezzotti", applicazioni o siti web non autorizzati.
Tuttavia, la strategia più audace riguarda i singoli spettatori che hanno usufruito di questi servizi illegali. DAZN punta infatti a ottenere dai magistrati i nominativi di chiunque abbia guardato le sue trasmissioni senza un regolare abbonamento. Questa richiesta, se accolta, potrebbe permettere di avviare azioni legali dirette contro migliaia di utenti, mandando un messaggio forte e chiaro: anche il semplice "utente finale", il cosiddetto "signor Rossi", potrebbe essere chiamato a rispondere legalmente delle proprie azioni.
Il pressing sui magistrati di Catania mira a due obiettivi distinti ma complementari. Nel primo caso, DAZN potrebbe utilizzare i dati ottenuti per intentare cause civili o richiedere risarcimenti contro un campione rappresentativo di utenti illegali. Questa scelta avrebbe un impatto mediatico dirompente, mostrando concretamente che la visione illecita di eventi sportivi non è priva di conseguenze. In alternativa, la piattaforma potrebbe fare pressione affinché la Guardia di Finanza intervenga direttamente, comminando sanzioni economiche agli utenti irregolari, come già previsto dalla normativa vigente. Sebbene tale misura non sia mai stata applicata su larga scala in Italia, DAZN spera di ottenere un precedente significativo.
Le sanzioni economiche previste per gli spettatori illegali variano da un minimo di 150 euro a un massimo di 5.000 euro. Secondo Massimiliano Capitanio, commissario AgCom, circa 2,2 milioni di italiani sarebbero coinvolti in attività di pirateria audiovisiva, una cifra che rappresenta il 10% dei 22 milioni di utenti irregolari stimati in Europa. Se a ciascuno di essi venisse applicata l’ammenda minima, lo Stato italiano potrebbe incassare 330 milioni di euro; una somma che potrebbe salire fino a 11 miliardi in caso di sanzioni massime.
L’iniziativa di DAZN ha ricevuto il pieno supporto di Sky, della Lega Serie A e delle istituzioni. Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha paragonato la pirateria audiovisiva a un vero e proprio furto, sottolineando la gravità dell'atto. Anche il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha evidenziato come i pochi euro spesi per un servizio illegale rappresentino una forma di complicità con il crimine organizzato. Infine, l’AgCom, che già attiva sistemi di protezione anti-pirateria durante ogni turno di campionato, ha ribadito il proprio impegno a sostenere azioni che colpiscano non solo gli organizzatori, ma anche i fruitori finali.
Questa nuova fase della lotta alla pirateria potrebbe segnare un punto di svolta, rompendo quella presunzione di impunità che fino ad oggi ha accompagnato molti utenti irregolari. Per la prima volta, chi guarda illegalmente una partita o un evento sportivo potrebbe trovarsi di fronte a conseguenze reali, contribuendo a rafforzare la percezione che il consumo di contenuti illegali non sia più un'opzione priva di rischi.