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Polemiche sul video di Valentino: Tg1 e Tg5 si difendono dalle accuse

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Fonte: Il Corriere della Sera

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Televisione
  giovedì, 16 agosto 2007
Prendere (la cassetta) o lasciare: Tg1 e Tg5 martedì sera non avevano che due opzioni. Hanno scelto la stessa di far ascoltare quello che era comunque uno scoop. Valentino Rossi parlava per la prima volta. E anche se il modo era irrituale, e scorretto, rinunciarci era forse peggio.
 
Questo il ragionamento strettamente giornalistico che ha guidato la redazione diretta da Gianni Riotta nel dare il via libera al filmato, spiegano dal maggiore telegiornale della Rai. Ma nella presentazione e nel commento successivo al servizio il corrispondente da Londra, Stefano Turi, fa capire che è una scelta obtorto collo: «L'appuntamento con Valentino Rossi è in un ufficio a Piccadilly Circus, alla Great White London, ma ad attenderci lui non c'è e ci comunicano che non ci sarà nemmeno alcuna sua dichiarazione di persona». Tradotto: ci ha ingannato, convocandoci qui con una bugia. «Per noi c'è soltanto una videocassetta registrata con la sua versione dei fatti».
 
Il Tg1 fa vedere il tentativo di parlare con il campione e il netto rifiuto del consigliere di Valentino («Questa è la prima e l'ultima volta che parlerà della vicenda fiscale, d'ora in poi risponderà solo a domande sulla attività sportiva»). Dopo il monologo del campione il cronista ha chiuso così: «Avremmo voluto chiedergli tante altre cose, non è stato possibile». Come a ribadire la forzatura imposta dal team Rossi e pure all'ultimo minuto. Una forzatura, secondo quanto ha detto Riotta ai suoi collaboratori, che non poteva però far rinunciare a un servizio giornalistico importante.
 
Niente affatto pentito è Clemente Mimun: «Ogni giorno abbiamo mandato in onda tutte le notizie su Rossi, accuse e cifre dell'evasione. Senza alcuna reazione da parte sua. Nessun altro evasore, né io né lei, mi creda, verrebbe trattato così. Poi abbiamo ricevuto quella cassetta in cui lui per la prima volta espone le sue ragioni. Siamo nel 2007, non è irrituale».
Prassi regolamentare, secondo il direttore del Tg5: «Sia noi che il Tg1 gli abbiamo semplicemente dato una possibilità di parlare, 1 minuto e 40 secondi. Non è stato maleducato, anzi pacato, non ha offeso nessuno, non ha preso in giro nessuno, altrimenti sì che lo avrei cestinato. E domani siamo pronti a intervistare, se vuole, il suo omonimo Rossi dell'Agenzia delle Entrate. Se vogliono un faccia a faccia glielo daremo. Le polemiche? È estate, certa gente non ha niente da fare».
 
Il Rossi che parla alla Nazione è uno scoop a cui invece avrebbe rinunciato Sandro Curzi, consigliere Rai ed ex direttore del Tg3. «Ho chiamato il Tg1 per protestare. Io quella cassetta l'avrei buttata nel secchio».
 
Articolo tratto da
"Il Corriere della Sera"
(15/08/07)

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