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Anche «Artù» si occuperà di attualità , dei fatti della settimana, ma sempre con una chiave bizzarra e grottesca impressa dal conduttore emiliano. Il programma serve, spiega Gnocchi, «per giocare, ma sul serio. E fare qualcosa di moderno prima che al conduttore si sia ingrigito anche l'ultimo capello. Così moderno che potrebbe perfino sembrare buona televisione degli anni Settanta». Il talk-show sarà prodotto dal nuovo centro di Milano e andrà in onda in differita: «Artù» si avvale della regia di una firma illustre della seconda rete, Paolo Beldì.
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Gnocchi, qual è la vostra missione?
«Ogni settimana ci occuperemo dei quattro o cinque argomenti che più interessano il Paese, spaziando tra i temi principali e più scottanti. In apertura avremo una scheda in chiave giornalistica, seria, e che nulla avrà da rimproverarsi rispetto alle inchieste classiche. E poi daremo la parola a veri esperti, che disserteranno, magari sconfinando nell'assurdo. La prima puntata, per esempio, avrà un servizio dedicato al bullismo nelle scuole, da cui si ricaverà che i colpevoli sono i bidelli».
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Altri temi?
«Affronteremo la piaga del doping, partendo magari da quello che succede nei tornei di scacchi. Per parlare della nuova 500, invece, abbiamo chiesto a un operaio della Fiat se si copula meglio su questa, che pure è caruccia, o su quella vecchia; abbiamo dovuto fare l'inventario delle posizioni del Kamasutra».
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Politica?
«Sircana non è stato trovato per caso con un trans; voleva rompere con Prodi, è lui che ha
chiamato i fotografi».
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Chi le sarà al fianco?
«Nessuna valletta, anche se una figura femminile potrebbe essere individuata: per esempio una supersegretaria, efficiente, duttile, intelligente e in grado di snocciolare dati e informazioni. Ci stiamo pensando, ma in ogni caso non sarà una ragazza famosa., E poi faremo a meno dei vip: non se ne può più di avere una sfilata di persone che devono promuovere libri, dischi e film. à una scelta di campo. In compenso, avremo un pubblico di un centinaio di spettatori e chi avrà domande da fare, curiosità da esaudire, potrà intervenire».
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Per «Artù» lei ha abbandonato in un colpo solo «La grande notte» e «Quelli che il calcio».
«Sì, ma non c'è nessuna polemica al riguardo: io con Simona Ventura sono in ottimi rapporti e riprenderei a lavorare con lei anche domani, ma per quel programma credo di aver dato tutto. Sentivo una certa stanchezza e allora è meglio abbandonare, anche perché, sempre con gli stessi ospiti, se si fosse ripresentata la Marini, non avrei trovato un altro modo per prenderla in giro».
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Non poteva essere l'occasione per tornare in coppia con Teocoli, come più volte ha auspicato?
«Certo, ma i rispettivi progetti nemmeno stavolta hanno combaciato: eppure ci terrei tantissimo, per esempio a fare "La domenica sportiva" assieme a lui. Saremmo una bella coppia, ma non sarà per quest'anno».
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Intanto, rispondendo alla sua provocazione il Parma le ha confermato l'ingaggio: quali sono le sue prospettive?
«Beh, conto di dare il contributo alla squadra, più di quanto accadde l'anno scorso, quando fui preso solo in aprile. Spazio ce n'è per tutti, anche perché posso smentire la voce che arriverà Adriano dall'Inter. Ecco, con lui la concorrenza sarebbe stata maggiore...».
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Enzo Gentile
per "Il Mattino"
per "Il Mattino"