«La nostra idea di canale all news si sta pian piano evolvendo in un vero e proprio “sistema all newsâ€, che si renderà accessibile dalla tv, dal web, dagli smartphone e anche dai tablet». Parlava così martedì Pier Silvio Berlusconi al convegno sulla convergenza. E non a caso uno degli effetti che la convergenza sta portando è sul genere dell’informazione. In questo nuovo appuntamento con il VENERDÃŒTORIALE di Digital-Sat proviamo a chiederci in che direzione si sta andando e se il pubblico sarà o meno coinvolto nella scelta di questa direzione.
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Il web che si fonde con la tv e con gli altri media. L’abbiamo già visto nelle scorse settimane parlando di
tv convergente. Oggi però vogliamo soffermarci sulle
news, uno dei generi più richiesti in questo momento e non certo per gli ultimi scabrosi fatti di cronaca nera. Come leggevo in questi giorni sul nuovo numero del mensile
Tivù (Editoriale Duesse), la richiesta è tanta non solo dal pubblico ma anche dagli investitori pubblicitari.
Il caso di La7 in questo caso è significativo: l’arrivo di
Mentana alla direzione del tg ha portato benefici a tutti i programmi, da
In Onda a
Otto e mezzo, dall’
Infedele (che ora è calato per colpa di Saviano) alla
D’Amico, eccetera.
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Tutte le emittenti cercano di puntare sulle news, come ad esempio le locali che si differenziano l’un l’altra per la capillarità nel territorio specialmente in fatto di notizie. Ma oggi bisognerebbe fare di più, non pensare solo alla semplice edizione del telegiornale da portare a casa, al servizio da speakerare e chiudere in fretta. Oggi è necessario esserci, sempre. Continuamente, sempre sul pezzo.
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Voi direte “
bella scoperta, ci sono già le all newsâ€. È vero; ma solo in parte. L’arrivo in Italia di
Sky Tg24 ha portato davvero una grande rivoluzione (e non me ne voglia il Corradino Mineo se il primato temporale spetta alla sua
Rai News24), perché si importava in toto il modello americano che subito ha fatto breccia nel cuore di tutti gli abbonati, e non solo visto che andava in chiaro su Hotbird.
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Oggi però anche la all news inizia a starci stretta. Abbiamo bisogno di qualcos’altro e il posto su cui lo cerchiamo è il web. Forse nemmeno il pubblico sa che cosa cerca, ma sa dove lo può trovare o lo troverà nel prossimo futuro. Ecco perché la frase di Piersilvio non è così campata per aria: in effetti il modello di un tv all news classica, come la CNN per intenderci, è stato messo in crisi proprio dal calo degli ascolti di quest’ultima. Ecco che quindi per il lancio di un progetto così importante e su cui Mediaset sta ragionando da anni (era il 2005 quando si iniziò a parlarne per i corridoio di Cologno Monzese) si lavora per cercare la formula migliore e più ‘moderna’.
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Una “all news 2.0†è quello che forse manca oggi, ma che potenzialmente il digitale rende possibile. La parola chiave sarÃ
interazione più che
interattività , di cui abbiamo assaggiato negli anni le vie più semplici come il sondaggio o la scelta di una finestra piuttosto che un’altra. Quello che verrà è fatto – tanto per cambiare – di
convergenza: il web arriverà in tv non solo per i filmati dei
citizen journalist, ma anche ad esempio per commentare in diretta quanto sta avvenendo (pensiamo ad esempio ad un canale
twitter perennemente acceso).
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Ovvio però che il primo problema è l’accesso. Non solo per un problema di digital divide (che c’è ed è innegabile), ma anche per un problema culturale, legato alla fruizione dell’informazione in modo classico: la radio al mattino, la stampa alla pausa caffè, la televisione a pranzo e/o a cena. In mezzo adesso c’è il web in modo sporadico e l’ingresso di un “sistema all news†sempre accessibile difficilmente sarà subito adottato per una fruizione continua, anche in mobilità .
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Un periodo di rodaggio sarà d’obbligo, una fase di test in onda anche, ma l’auspicio affinché questa fase venga superata è supportato dall’
avanzare inarrestabile del digitale (terrestre ma non solo) che porta nelle case un primo contatto con le potenzialità del nuovo grande mezzo ‘
convergente’, con cui ogni cittadino sarà obbligato a fare i conti anche solo per vedere il tg delle 20. E che magari lo spingerà a cercare (o fare) qualcosa in più, anche senza accendere il pc.
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Giorgio Scorsone
per "
Digital-Sat.it"
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