Si è conclusa poco dopo le 15 l’assemblea della Consap che ha nominato amministratore delegato Mauro Masi. Resta presidente Andrea Monorchio che attualmente già ricopriva l’incarico. Mauro Masi lascia l’incarico di direttore generale della Rai, che ricopriva dal 2 aprile 2009. È possibile a questo punto che formalizzi le sue dimissioni nel cda della prossima settimana, già convocato per il 4 maggio.
In quella circostanza l’assemblea degli azionisti Rai (cda più il Tesoro e la Siae) proporrà una o più candidature, e il ministero di via XX Settembre (con parere vincolante) indicherà il nuovo direttore generale di viale Mazzini. Ma è chiaro che per quella data il mosaico rischia di essere già terminato con ogni tessera al posto giusto. La vera partita, infatti, spiegano fonti ben informate, «è stata già giocata, e non ci sarà un ritorno». Insomma, per alcuni una finale, «già disputata», per altri, invece, una sfida tutt’ora in corso.
Ma certamente, osservano fonti ben documentate «nella decisione del Tesoro di ieri, di riconvocare già per oggi (senza attendere la seconda convocazione fissata l’11 maggio) l’assemblea Consap si legge la volontà di chiarire in modo spedito e lineare anche la nuova governance di viale Mazzini». Come dire: la decisione è ormai presa, non ci sono più margini per i ripensamenti. Tant’è che in cima alla lista (si parla ormai di via libera) per la successione a Masi resta sempre Lorenza Lei, l’attuale vice direttore generale, apprezzata in azienda soprattutto per le sue competenze nel settore editoriale e in quello finanziario. Tra gli altri nomi restano in piedi l’ipotesi del consigliere Antonio Verro e quella dell’attuale capo della fiction, Fabrizio Del Noce.
MAZZUCA - Il successore alla direzione generale della Rai - chiede intanto in una nota Giancarlo Mazzuca (Pdl), membro della Commissione di vigilanza Rai - deve essere indicato il prima possibile ed essere frutto di una scelta condivisa.
«In un momento così delicato della vita del Paese e alla vigilia di elezioni amministrative - dice Mazzuca - è necessario che non ci sia un vuoto di potere ai vertici Rai dopo l'uscita di scena del direttore generale Mauro Masi. Mi auguro che il ricambio avvenga in tempi rapidissimi, privilegiando la professionalità. La Rai ha oggi bisogno di una scelta condivisa».
USIGRAI - «Masi va via? Essendo già stato nominato alla Consap non firmi fino alle dimissioni o all’eventuale rinuncia del nuovo incarico alcun atto se non ordinario. Per il resto non abbiamo bisogno di commentare ulteriormente, ci riportiamo semplicemente all’ inedito referendum effettuato a metà dello scorso mese di novembre. Votarono in 1438 giornalisti di cui 1314 si espressero per la sfiducia al Direttore generale (77 invece dissero si’ alla fiducia, 18 le nulle, 29 le bianche)».
Lo afferma Carlo Verna, segretario di Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che aggiunge: «Mi sembra tanto eloquente da non dover aggiungere ancora parole, pure perché i problemi della Rai sono anche molti altri. Su governance, canone e natura giuridica, dovremo dare battaglia. Se non arrivano risposte si rischia grosso anche con un buon Direttore generale. Con chi verrà, speriamo dall’interno dell’azienda, ci auguriamo ci possa essere un dialogo serio nel rispetto delle reciproche prerogative. Se nulla viene fatto contro l’evasione del canone è un problema per i dipendenti, ma dovrebbe esserlo ancora di più per chi guida l’azienda, cosi’ come un intervento legislativo, che consenta a Rai di non essere equiparata ad una Pubblica amministrazione, riteniamo debba essere sollecitato congiuntamente da sindacati e managment».
RIZZO NERVO - «La Rai sta vivendo una stagione delicata e preoccupante. L’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti va finalmente preso sul serio e sarebbe da irresponsabili non tenerne conto. Quando si vogliono superare le crisi tutti devono essere chiamati a fare la propria parte. Il metodo Masi è servito soltanto a paralizzare per mesi l’azienda». E’ l’analisi del consigliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo.
«Adesso è necessario voltare pagina con una guida competente ed esperta - sottolinea Rizzo Nervo in una nota - che abbia a cuore le sorti dell’azienda e sappia dire no all’invadenza della politica. Il nuovo direttore generale restando in carica per poco più di un anno deve avere la capacità di rimettere subito in moto la macchina, di ridare autorevolezza al servizio pubblico e di traghettare l’azienda nel nuovo mercato digitale».
MERLO - «Con l’uscita di scena di Masi si può aprire, finalmente, una nuova fase del servizio pubblico radiotelevisivo». Lo dice l’on. Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai. «Ma la futura scelta del Direttore Generale - prosegue Merlo , oltreché essere il più possibile condivisa, deve rispondere almeno a due criteri: e cioé un Dg che esalti il ruolo del servizio pubblico e che, soprattutto, non lo trasformi in un banale prolungamento delle reti Mediaset. Per questi motivi è consigliabile avere un Dg che provenga dall’azienda».
VAN STRATEN - «Oggi è una bella giornata per la Rai. La nomina di Mauro Masi ad altro incarico mette fine a una gestione negativa dal punto di vista manageriale e subalterna ai voleri della politica». Lo afferma in una nota il consigliere di minoranza Rai, Giorgio Van Straten. «Bisogna recuperare rapidamente autonomia ed efficienza - prosegue la nota -, ridare slancio e certezze a una grande azienda come la nostra. Mi auguro che si apra una fase nuova e positiva nel cammino della Rai anche attraverso l’individuazione di un Direttore Generale che abbia il consenso dell’intero Consiglio di Amministrazione».
GENTILONI - Dopo Masi bisogna ricominciare dall’azienda. Lo dice Paolo Gentiloni, responsabile del Forum ICT del Partito Democratico. «Si chiude una delle peggiori pagine della storia Rai: la gestione Masi ha pregiudicato l'autonomia dell'azienda sul piano industriale, editoriale e del pluralismo. Non mi illudo che ora questo governo intenda rilanciare il servizio pubblico, cominciando con la modifica delle regole di governance della legge Gasparri. Spero, però, che almeno la prossima direzione generale si proponga un modesto obiettivo: ricominciare dalla Rai», conclude.
ORLANDO - «Con la fine della triste era Masi per la Rai si chiude una delle più buie pagine del servizio pubblico televisivo. Mai nella storia dell’azienda, infatti, un direttore generale aveva tentato, come ha fatto Masi, di mortificare il servizio pubblico tentando di distruggere la professionalità dei giornalisti e le esigenze di economicità della gestione». E’ quanto afferma in una nota il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Rimangono comunque inalterate - prosegue Orlando - le condizioni di crisi strutturale della Rai fortemente condizionata dal conflitto d’interessi del presidente del Consiglio. L’Italia dei Valori continuerà a vigilare per evitare che il successore del fido scudiero del presidente del Consiglio, Mauro Masi, possa tentare di ripeterne il triste primato».