''Malgrado il dilagante successo di internet, l'Italia e' tuttora un Paese teledipendente''. Lo rileva Corrado Calabro', nel bilancio sui suoi 7 anni alla guida dell'Agcom. Per quanto riguarda la comunicazione, infatti, "se e' indubbio che il maggior numero di informazioni proviene oggi da internet, l'informazione piu' influente e' ancora quella fornita dalla televisione".
Le nuove forme della democrazia, spiega Calabro', "corrono sulla rete ma la politica visibile in Italia si fa pur sempre in televisione. Le persone e gli eventi che non appaiono sullo schermo televisivo non sono validati nell'immaginario collettivo".
Proprio il campo televisivo, negli ultimi sette anni, "e' stato profondamente arato dalla rivisitazione operata dall'Autorita'". In particolare, con il piano delle frequenze l'Autorita' ha proceduto "a un radicale riordino che ha consentito il passaggio dal sistema televisivo analogico a quello digitale, con la moltiplicazione per sei dell'uso di ogni frequenza".
Negli ultimi sette anni "si e' decuplicato il numero di famiglie che ricevono il segnale televisivo in tecnica digitale; sono gia' ventidue milioni le famiglie dotate di ricevitori digitali terrestri e otto milioni quelle abbonate ai servizi pay-tv. Entro l'anno in tutta l'Italia la televisione dovra' essere digitale".
La situazione della televisione italiana è, sia pure lentamente, in trasformazione. Le sei reti generaliste di Rai e Mediaset detengono oggi circa il 67% dello share medio giornaliero (era l`85% nel 2005, oltre il 73% un anno fa. In particolare le reti generaliste Rai il 38,3% dello share medio relativo al 2010 e quelle Mediaset il 35,2%), La7 quasi il 4%, Sky oltre il 5%.
“Per quanto riguarda le risorse - ha evidenziato Calabrò - comunque, permane fondamentalmente la tripartizione tra Rai, Mediaset e Sky Italia; tripartizione che a partire dal 2009 ha soppiantato il duopolio Rai-Mediaset”.
Rai, Mediaset e Sky ormai “occupano posizioni comparabili in termini di ricavi complessivi”. Quanto all’offerta televisiva, ha evidenziato il presidente uscente “siamo a circa 80 programmi nazionali in chiaro. L`offerta tende a crescere all`insegna di tre caratteristiche: la convergenza, la personalizzazione, la flessibilità”.
Inoltre per Calabrò “il panorama è destinato a un`ulteriore evoluzione in virtù dell`utilizzazione del dividendo digitale che avverrà con l`asta che sostituirà il beauty contest, la quale ridefinirà lo spettro in coerenza con la redistribuzione delle frequenze e la razionalizzazione del loro uso prefigurate nella Conferenza di Ginevra del febbraio scorso”.
"Non meno importante", aggiunge Calabro', "e' stato il recupero (come chiedeva la Commissione europea) di risorse destinate alle telecomunicazioni, che e' derivato dal piano e che ha fruttato allo Stato un introito di quasi 4 miliardi nell'asta - la piu' grande mai effettuata in Italia - tenutasi a settembre dell'anno scorso; una gara che ha allentato il nodo scorsoio che strozzava l'espansione della banda larga mobile".