Fa tv (quando glielo consentono), scrive libri, riempie i teatri, ha in mostra i suoi disegni, incide dischi: davvero eclettico Daniele Luttazzi, l'ultimo dei «bulgari».
Che presenta il suo secondo disco, «School is boring», ma deve fare sempre i conti con l'editto di Sofia di Berlusconi: Santoro, Luttazzi e Biagi fuori dal piccolo schermo per uso criminoso della tv.
Poi i due giornalisti sono rientrati, mentre lui sta al palo...
«L'opportunità di parlare non è concessa a tutti, in Rai le nomine sono politiche e quindi un pensatore libero come me dà fastidio. La tv è omogenizzata, e infatti ha perso due milioni di spettatori».
Vittima di un'ingiustizia profonda, Luttazzi?
«È stata tarpata la mia creatività e sono stato separato dal mio pubblico: è incredibile come ti crei un tuo pubblico e poi vieni azzerato. È maccartismo puro».
Il problema non è solo la Rai, sul satellite non è andata meglio. Anzi. Contattato per il canale Sky Show che ha debuttato qualche tempo fa, il progetto è naufragato sul nascere.
«Ho spiegato che volevo fare un tg satirico sull'attualità, gli ho detto il titolo e tutti ridevano...».
Il titolo?
«Non lo rivelo, spero di usarlo prima o poi».
Continui...
«Poi mi hanno detto che avevano parlato con il marketing e che il marketing diceva che la gente non avrebbe capito il titolo e che era da cambiare. Mi sono fermato lì, perché se avevano da ridire sul titolo avrebbero avuto da ridire su tutto».
Il comico non è il solo messo alla porta dalla tv «omogenizzata» di questi tempi.
«Beppe Grillo e Sabina Guzzanti sono nella mia stessa situazione: non si vuole ammettere la satira come controcanto, non è tollerato chi solleva dubbi».
Travaglio in tv è tornato...
«Lui è un giornalista, racconta i fatti. Io con la satira li commento».
Estratto di un articolo
di Renato Franco
per "Il Corriere della Sera"