Dietro ogni serie TV, film o show televisivo c’è una rete di professionisti che mettono passione e impegno per realizzare l'opera che poi vediamo sullo schermo. Tuttavia, in un momento storico in cui la pirateria audiovisiva è una minaccia sempre più concreta, questo ecosistema produttivo rischia di collassare. È questo il tema che Sky ha affrontato nel Mese per la Sicurezza in Rete, un'occasione per sensibilizzare e coinvolgere studentesse e studenti, spiegando il valore di ogni contenuto che vediamo e raccontando cosa c’è dietro le quinte di una produzione. Insieme al commissario Agcom Massimiliano Capitanio e ai protagonisti di "Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883", abbiamo analizzato i pericoli della pirateria, un fenomeno che non solo mina i posti di lavoro, ma è anche un rischio per la sicurezza digitale di chi si avventura su siti illegali.
"Benvenuti ai protagonisti di 'Hanno ucciso l'uomo ragno', siamo felici che abbiate accettato il nostro invito", ha esordito Sarah Varetto Evp Communications, Inclusion & Bigger Picture, Sky Italia. L'incontro ha visto la partecipazione di Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, e Gianluca Boffo, direttore dell'anti-piracy di Sky.
Il tema trattato è di estrema rilevanza: la pirateria audiovisiva non è solo un furto di contenuti, ma un attacco diretto a un’intera filiera lavorativa. Ogni anno circa 10.000 giovani che vorrebbero entrare nel mondo dello spettacolo perdono l’opportunità di farlo, poiché i loro posti di lavoro vengono “rubati” da chi si appropria illegalmente dei contenuti. E tutto ciò non avviene per un ideale sociale o per una causa giusta, ma per puro guadagno economico, a discapito dei sogni di chi lavora duramente per realizzare quei contenuti.
Sky dà lavoro, direttamente e indirettamente, a circa 30.000 persone nelle sue produzioni, in questo contesto, la pirateria si lega inesorabilmente alla perdita di opportunità professionali per tanti giovani che, seppur talentuosi, non riescono a trovare il proprio posto in un settore che rischia di svuotarsi. Uno degli ospiti, che ha partecipato alla produzione di "Hanno ucciso l'uomo ragno", ha condiviso la sua esperienza personale, dicendo:
"Per me, è stato il primo vero progetto da attore e per la prima volta un progetto a cui partecipo ha un bacino di utenza così ampio. Ma la pirateria va di pari passo con l’audience, e questo può distruggere tutto."
Alla base di tutto questo c’è un sistema criminale, un circuito pericoloso che minaccia non solo i sogni degli artisti e dei lavoratori del settore, ma anche la sicurezza di chi cerca di fruire dei contenuti attraverso canali illegali. La pirateria non è solo un crimine economico, ma un pericolo concreto che può portare a gravi conseguenze.
Infine, uno degli attori ha concluso:
"Il mio sogno? Che la seconda stagione del nostro progetto vada bene, perché dietro a tutto questo ci sono persone che credono nel valore di ciò che fanno".
Un sogno che, grazie alla lotta contro la pirateria, può diventare realtà.
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