A 23 giorni di distanza dal maledetto infortunio a Cortina, Sofia Goggia torna grande e conquista la medaglia d'argento in discesa libera, confermandosi sul podio olimpico quattro anni dopo. Goggia domina per larghi tratti della pista e al traguardo si lascia andare in un urlo che vale più di ogni altra parola. Per un attimo, l'Italia sogna la tripletta.
Era la gara più attesa, quella in grado di far alzare migliaia di italiani nella notte, e non ha deluso. Nel sole splendente di Yanqing, l'Italia riscrive la storia dello sci alpino azzurro portando due atlete sul podio della discesa libera e che nessuna delle due si metta al collo l'oro importa poco. Perchè Sofia Goggia è medaglia d'argento a 23 giorni da un infortunio che avrebbe steso chiunque e il suo rammarico per quei 16 centesimi che la separano dal bis dice tutto sulla sua mentalità da campionessa vera. E perchè un gradino più in basso, bronzo, c'è Nadia Delago, già tra le grandissime all'esordio olimpico e con i numeri per farci divertire per una decina d'anni.
L'oro va a Corinne Suter, che rende ancor più trionfale l'Olimpiade delle Svizzera dello sci alpino dopo gli ori di Beat Feuz (discesa maschile), Lara Gut-Behrami (Super G) e Marco Odermatt (gigante). Per la classe '94 di Svitto è la chiusura di un cerchio clamoroso dopo la vittoria della Coppa di specialità nel 2020 e il titolo mondiale di Cortina nel 2021.
Il vento sposta la partenza in avanti di una mezzora, ma per fortuna è l'unico rinvio. Si parte con Elena Curtoni, che non aveva brillato in prova. L'azzurra cambia volto e dipingendo le linee nel tratto tecnico e con un gran finale si dimostra inarrivabile per le prime dieci della startlist. La prima prova della bontà della sua gara è la discesa della svizzera Joana Haehlen (la migliore nella seconda prova cronometrata), che chiude a 29 centesimi dalla nostra. Sbaglia Ester Ledecka, non incidono Ragnhild Mowinckel e Ramona Siebenhofer. La seconda italiana, Nicol Delago, commette qualche sbavatura di troppo e nonostante un buon finale finisce lontana dalla compagna di squadra (sarà undicesima).
Tocca a Nadia Delago. La più giovane delle sorelle si difende egregiamente nella zona più tecnica del tracciato e mette il turbo nel tratto di scorrimento verso il traguardo, bruciando Curtoni di 42 centesimi. Mikaela Shiffrin non è della partita e allora fari puntati su Sofia Goggia. Col cuore in gola per tutta la gara, la bergamasca è sempre un brivido e incanta alla sua maniera. Il suo vantaggio cresce intermedio dopo intermedio fino ai sette decimi, ma nel finale concede qualcosa (tre decimi) a Delago. Probabilmente sarà questo il motivo del suo dispiacere. La tripletta azzurra al comando fa sognare ma dura il tempo di un paio di atlete. Perchè con il pettorale 15 scende Corinne Suter, che fa paura fin da subito. Davanti nella parte alta, in luce rossa dopo il tratto tecnico, ma velocissima in fondo. Davanti, di un'unghia.
Siamo agli ultimi spauracchi. Quello peggiore si rivela la tedesca Kira Weidle, che spaventa le due azzurre ancora sul podio ma chiude quarta a 14 centesimi da Nadia Delago, facendo scivolare Curtoni in quinta piazza. Lara Gut-Behrami è irriconoscibile e sfortunata, trovando un vento fastidioso durante la sua prova. Chiude 16esima a più di due secondi dalla vetta. Neanche le austriache Cornelia Huetter e Tamara Tippler sono un fattore e allora si può cominciare a festeggiare. Era da vent'anni che due atlete italiane non salivano insieme sul podio nella stessa gara olimpica: a Salt Lake City 2002 ci riuscirono Gabriella Paruzzi e Stefania Belmondo nella 30 km di sci di fondo. Dopo l'argento di Federica Brignone in gigante, l'Italia dello sci alpino mette in cassaforte altre due medaglie. Per la spedizione azzurra a Pechino sono in tutto 13, con alcune occasioni ghiotte per aumentare il bottino nei prossimi giorni.
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