E' una Bologna commossa quella che si appresta a vivere un lungo giorno di lutto cittadino proclamato dal Comune per la morte di Lucio Dalla, spentosi lo scorso 1 marzo in Svizzera a 68 anni.
La camera ardente, allestita nel cortile d'onore di palazzo D'Accursio, è stata riaperta questa mattina alle 7 sulle note di '4 marzo 1943', nella versione eseguita insieme alla banda dei carabinieri di Bologna. Una canzone che porta la data della sua nascita e in cui si svolgeranno, dopo quasi 70 anni, i suoi funerali nella basilica di San Petronio in piazza Maggiore. Continua la fila delle persone, di tutte le età, che vogliono portare un ultimo saluto al feretro. La camera ardente, che chiuderà alle 13.30, è stata visitata in tarda serata anche da Renato Zero e Jovanotti. Amici e cantanti, da Ron a Gianni Morandi, da Samuele Bersani e Caterina Caselli a Luca Carboni fino a Pierdavide Carone, hanno invece portato ieri un ultimo abbraccio insieme agli amici più cari e allo staff costernato per la scomparsa dell'artista.
Tra le corone inviate e sistemate nella camera ardente è arrivata poco fa anche quella di Vasco Rossi: 'Ciao Lucio', è il messaggio. I fiori sono stati sistemati accanto a quelli inviati dalla Universal, dalla Sony, dalla Siae di Bologna, da Antonello Venditti, da Milly Carlucci e il marito Angelo e da Julio Iglesias. Ha appena portato il suo ultimo saluto al collega anche Paola Turci.
Ieri non sono mancati neanche l'ex premier Romano Prodi, il ministro Piero Gnudi e il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo. "E la luna in silenzio ora si avvicina", è la scritta di uno dei tantissimi biglietti che insieme a mazzi di fiori sono stati lasciati dai fan sotto la sua casa in via D'Azeglio 15, dove le canzoni di Dalla risuoneranno per sempre all'ora del tramonto. I messaggi di affetto sono arrivati da tutta Italia, e sono firmati dagli 'amici di Udine', come dagli 'amici di Sorrento'. Il Comune, inoltre, ricorderà Dalla ogni 4 marzo.
Le esequie, invece, sono fissate per le 14.30 e saranno presiedute da monsignor Gabriele Cavina, provicario generale dell'arcidiocesi. L'omelia sarà affidata a padre Bernardo Boschi, il domenicano che fu confessore di Dalla. La cerimonia dovrebbe durare circa un'ora e 10. Le letture e le preghiere dei fedeli sono affidate a quelli che Dalla definì i suoi 'teologi preferiti': Vito Mancuso, l'amico Benedetto Zacchiroli e lo scrittore religioso Enzo Bianchi. In chiesa non saranno eseguite canzoni di Dalla, ma sarà l'amico del cuore e attore Marco Alemanno a leggere il testo della canzone 'Le rondini' tratta dall'album 'Cambio' del 1990.
Il feretro del cantautore sarà portato a spalla dal cortile di palazzo D'Accursio fino dentro la basilica. Sono 5.500 le persone che potranno accedere in chiesa dove sono sistemati 550 posti a sedere per gli amici stretti e le autorità. Tutti gli altri potranno seguire le esequie dal maxischermo montato in piazza Maggiore, dove sventola la bandiera del Comune listata a lutto. Nel momento in cui uscirà il feretro dal cortile, le campane dell'Arengo suoneranno a lutto. Non saranno ammesse dentro San Petronio le telecamere, ci saranno solo due obiettivi fissi sul feretro e sull'altare. Tantissimi i personaggi della musica e dello spettacolo che sono attesi alla funzione, ma anche molti bolognesi illustri che già ieri hanno visitato la camera ardente, come il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini e il presidente della fondazione Carisbo Fabio Roversi Monaco.
Al termine dei funerali il feretro sarà sepolto nella Certosa monumentale di Bologna, dove sono tumulati anche i genitori dell'artista. A poca distanza, nello stadio Dall'Ara il Bologna Calcio, squadra del cuore del cantautore che ieri ha visitato la camera ardente così come il team di pallacanestro della Virtus, scenderà in campo contro il Novara con il lutto al braccio.
4 marzo 1943
Canzone 3° Classificata al Festival di Sanremo 1971
Dice che era un bell'uomo e veniva
veniva dal mare
parlava un'altra lingua
pero' sapeva amare
e quel giorno lui prese mia madre
sopra un bel prato
l'ora più dolce
prima d'essere ammazzato
Cosi' lei resto' sola nella stanza
la stanza sul porto
con l'unico vestito
ogni giorno più corto
e benchè non sapesse il nome
e neppure il paese
m'aspetto' come un dono d'amore
fino dal primo mese
Compiva sedici anni
quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna
le cantò a ninna nanna
e stringendomi al petto che sapeva
sapeva di mare
giocava a far la donna
con il bimbo da fasciare
E forse fu per gioco
o forse per amore
che mi volle chiamare
come nostro Signore
Della sua breve vita il ricordo
il ricordo più grosso
e' tutto in questo nome
che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto mi chiamo
Gesù Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto io sono
Gesu'Bambino
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per la gente del porto mi chiamo
Gesu' Bambino
Gesu' Bambino