Rai, verso deroga a tetto compenso artisti ma intanto il Dg resta sotto attacco
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa
In una fase di forte tensione attorno ai vertici della Rai, con il dg Antonio Campo Dall'Orto che, nonostante l'assedio della politica e gli attacchi dei consiglieri, assicura di voler andare avanti, e' il ministero dello Sviluppo Economico a tendere una mano alla tv pubblica sul tema del tetto ai compensi degli artisti. Una mina sul punto di esplodere, destinata a creare ulteriori fibrillazioni a Viale Mazzini, che ora potrebbe essere disinnescata.
Una lettera del sottosegretario Antonello Giacomelli accoglie la tesi dell'Avvocatura dello Stato, secondo cui i contratti di natura artistica non sono inclusi tra quelli che la legge sottopone al limite di 240 mila euro annui, invitando ora la Rai a definire quali figure possono essere escluse e i meccanismi di determinazione delle retribuzioni.
«La lettera, ad una prima lettura, sembra consentire di trovare una soluzione positiva - afferma Campo Dall'Orto -. La vicenda pero' dovrà essere discussa in cda ed e' in quella sede che si prenderanno le decisioni».
Nella riunione del 4 maggio, dunque, spetterà a presidente e consiglieri trovare la quadra, ma appare già oggi chiaro a diversi di loro che sarà piu' facile 'salvare' le retribuzioni di conduttori come Carlo Conti o Fabio Fazio, già dati in partenza verso altri lidi, rispetto a quelle dei giornalisti. Tra questi, secondo quanto precisa lui stesso, non puo' essere pero' incluso Bruno Vespa, che dal 2001 ha contratti per «prestazioni artistiche», con contributi Enpals.
«Mi pare che ci sia un significativo elemento di chiarezza da parte del ministero», precisa il consigliere Franco Siddi, che tuttavia avverte: «nessuno puo' immaginare compensi fuori misura».
Insomma, la strada e' indicata, ma non e' detto che sarà una passeggiata, anche perché l'opposizione resta in trincea.
«Non basta certo una letterina per eludere la norma - avverte Forza Italia con Renato Brunetta - la maggioranza, se vuole mantenere questi maxi stipendi amorali, approvi una legge». La vicenda, secondo il Movimento 5 Stelle, dimostra invece «l'incapacità di un esecutivo in piena deriva». In ogni modo la mossa del Mise, che sia o meno volta a sostenere il dg, puo' consentire a Campo Dall'Orto di risolvere una grana in grado di rendere ancora piu' impervio il suo cammino.
«Finche' ci sono le condizioni per portare avanti il mio progetto io vado avanti», assicura all'indomani dell'ennesimo sgambetto del cda, con una lettera corale ai giornali che scarica su di lui le responsabilità per la mancata approvazione del piano dell'informazione, chiesto a gran voce dal governo.
Sono ormai diversi i consiglieri che si dicono pronti a sbarrare la strada al manager ed e' chiaro che, se lo faranno davvero, sarà difficile per lui restare in sella. Anche perché non passa giorno, ormai, senza attacchi anche del Pd. A guidare l'ultima offensiva, non certo la prima, e' il segretario della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi.
«Perché i tre canali generalisti Rai non hanno cambiato programmazione dopo l'attentato di Parigi? È opportuno che l'azienda dia spiegazioni», chiede il deputato dem. Un'accusa a cui l'azienda replica indirettamente ricordando la «grande attenzione», con Rainews24 e le edizioni straordinarie dei tg, riservata dalle reti della tv pubblica, «prima fra tutte le emittenti a dare conto dell'atto terroristico».
Forza Italia interviene, invece, sull'aumento del costo diritti del Giro d'Italia, annunciando un esposto a Corte Conti e Procura di Maurizio Gasparri, a cui non bastano evidentemente le precisazioni del dg.
«È stata una trattativa lunga e aspra, in un contesto di aumento generalizzato dei diritti sportivi», rivela Campo Dall'Orto, precisando che per il 2017 la Rai sborserà 11 milioni piu' 1,5 milioni in spazi pubblicitari, con l'obiettivo, per l'edizione del centenario, di triplicare, o quantomeno raddoppiare, i ricavi.
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