Il Consiglio di Amministrazione della Rai, presieduto da Monica Maggioni, riunito a Roma con il Direttore Generale Antonio Campo Dall'Orto ha ascoltato il direttore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli, che - informa Viale Mazzini - ha illustrato il piano editoriale. Romagnoli, in particolare, ha ribadito la centralità strategica dello sport per la Rai e annunciato la nascita, dal 19 settembre, del canale unico Rai Sport HD con più contenuti, nuova immagine e attenzione a tutte le discipline.
La Rai - prosegue la nota - «scommette sullo sport come grande racconto popolare, che in quanto tale risponde pienamente alla missione del servizio pubblico. La prima sfida che attende l'azienda è il racconto degli Europei di Calcio e delle Olimpiadi di Rio, delle quali si è assicurata l'esclusiva».
Marco Franzelli, Bruno Gentili, Marco Mazzocchi, Donatella Scarnati, Claudio Valeri. Sarebbero questi, a quanto apprende l'Adnkronos, i cinque vicedirettori proposti oggi dal direttore di Rai Sport Gabriele Romangoli nel piano editoriale presentato nel Cda che si è tenuto oggi in Viale Mazzini. Nel piano si fa poi riferimento a tre capiredattori centrali, uno per il palinsesto, uno per il coordinamento e uno per i notiziari. Quanto alle linee resterebbero Calcio, Varie e Motori, anche se si intende valutare la possibilità di una organizzazione diversa, tarata sulla specificità e importanza degli sport invernali.
«È ancora in corso la trattativa per acquisire i diritti dei prossimi Mondiali di calcio. Speriamo di riuscirci ma la distanza in termini economici è ancora molto elevata». Lo ha detto il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, nel corso dell'audizione in commissione di Vigilanza, sottolinenando che «lo sport è uno dei grandi racconti popolari del nostro tempo ed è una cosa da servizio pubblico». «L'uscita dello sport perché troppo caro dal menu delle tv non a pagamento - ha aggiunto il dg di Viale Mazzini - è una conseguenza non desiderabile né desiderata di un meccanismo di business. Il racconto del calcio, anche senza diritti, lo si continua a fare perché è un racconto fondamentale della cultura popolare ed è importante continuare a farlo. La Rai deve porsi il problema dello sport», ha concluso, ricordando che «la Champions League ha preso altre strade perché costa troppo».