
âIl «QUALITEL» - ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni - nasce dallâesigenza della Rai di puntare sulla sua differenza rispetto agli altri modelli televisivi: la TV pubblica italiana, infatti, non corre tanto rischi per gli ascolti quanto per la qualità . Il contesto del duopolio per anni aveva portato la RAI  ad essere un modello positivo, inducendo la tv commerciale a comportamenti imitativi: negli ultimi anni la situazione si è invece rovesciata e Rai ha cominciato ad inseguire la tv commerciale sul suo terreno correndo un forte rischio di omologazione. La differenza tra tv pubblica e tv commerciale è oggi attenuata nella realtà e ancor più nella percezione del pubblico: con lâintroduzione del «Qualitel» - ha concluso Gentiloni - il pubblico della RAI avrà un preciso parametro in grado di misurare il valore pubblico del servizio radiotelevisivoâ.
Il «QUALITEL» è stato previsto dallâarticolo 3 del nuovo Contratto Nazionale di Servizio Rai 2007-2009, stipulato il 5 aprile 2007, con cui lâAzienda RAI sâimpegna a sviluppare e a comunicare allâesterno i risultati di un duplice sistema di misurazione:
- una ricerca di monitoraggio e di analisi della qualità della programmazione intesa come valore pubblico, in grado di verificare la percezione degli utenti del servizio pubblico in merito ai singoli elementi dellâofferta;
- una ricerca di monitoraggio della corporate reputation intesa come la capacità di competere, di innovare e di innovare nel mercato della comunicazione radiotelevisa e multimediale in rapporto alla propria specifica identità di servizio pubblico nel rispetto dellâetica dellâimpresa, della deontologia professionale e dei criteri di correttezza e di lealtà .
In base allâarticolo 3, comma 2 del Contratto di Servizio, a partire da aprile prossimo la RAI dovrà dare attuazione alle Linee Guida, di modo che il «QUALITEL» sarà il nuovo misuratore del valore pubblico del servizio, mentre lâAuditel continuerà a rilevare soltanto la quantità degli ascolti.
Le linee guida del «QUALITEL» sono state elaborate dopo tre mesi di lavori, dal Comitato paritetico per il monitoraggio della qualità Rai - presieduto da Giuseppe Sangiorgi, consigliere del Ministro delle Comunicazioni e composto da rappresentanti del Ministero e della Rai â con il compito di âpresiedere allâorganizzazione della ricerca, definirne le metodologie, controllare i risultati e valutare il raggiungimento degli obiettiviâ.
Dare vita a un sistema di monitoraggio della qualità dei programmi della Rai e comunicarne sistematicamente i risultati al grande pubblico significa imprimere una svolta di straordinario rilievo al modo di operare dellâ Azienda e al rapporto con gli spettatori. Il fatto è di per sé un dato di âvalore pubblicoâ che distingue la Rai dalle emittenti commerciali e segna il passaggio da una condizione di autoreferenzialità ad una di interrelazione con lâesterno.
Lâesigenza, da sempre avvertita, di uno strumento per far pesare il giudizio degli spettatori sulle trasmissioni televisive assume la forma concreta di un sistema di misurazione. Nel passaggio dal contesto analogico a quello digitale ciò significa sollecitare la Rai allâadozione di un modello televisivo capace di interpretare le sfide tecnologiche di questi anni nella chiave di un più elevato standard qualitativo, dellâinnovazione e dellâinterattività riproponendo il proprio ruolo di servizio pubblico nel contesto multimediale del Paese.