Gli imperativi erano: lasciare il tendone di Sesto San Giovanni e tornare a Milano, in un luogo di grande prestìgio, per ritrovare le proprie origini e la propria storia.
«Certo, l'ideale sarebbe stata la Scala, ma non abbiamo osato tanto. Così abbiamo chiesto il Teatro degli Arcimboldi» rivela Gino Vignali, ideatore con Michele Mozzati e Giancarlo Bozzo di Zelig, il programma di culto che ormai da anni acchiappa un pubblico trasversale e ascolti da record.
Dopo un anno e mezzo di pausa, lo show, viste len ovità , non potrebbe essere ribattezzato Arci-Zelig?) toma su Canale 5 da venerdì 28 settembre in prima serata, per undici puntate, e il palcoscenico per i conduttori Claudio Bisio e Vanessa Incontrada e i comici vecchi e nuovi sarà proprio quello dello spazio da 2400 posti nella periferia nord di Milano, sede della Scala durante i lavori di restauro.
«Avere l'Arcimboldi è una medaglietta che ci appuntiamo al petto» spiegano Gino e Michele. «Lo viviamo come un esperimento, ma anche come una sfida, perché comporterà qualche problema: da settembre a dicembre la programmazione del teatro non si fermerà e noi dovremo montare le scene la domenica notte, registrare il lunedì e il martedì, e poi smontare tutto allarme. Ma quale migliore occasione per fare arrivare qualcosa come 50mila persone?».
La formula del programma non cambia: palestra di comicità , sì, ma anche musica (con la band di Roy Paci), varietà e balletti. «Il programma non si snatura» dice Gino. «Zelig ha successo perché è la ripresa tv di un evento di cabaret live, e deve rimanere tale».
Capitolo comici: sono una quarantina, pochi fissi, gli altri a rotazione. Quest'anno arrivano artisti super popolari che non fanno parte del carrozzone di Zelig, come Enrico Brignano, Gioele Dix, Giobbe Covatta.
Poi ci sono le conferme dei "senatori" che hanno animato l'ultima edizione: Ale e Franz, Paolo Cevoli, Pino Campagna, Franco Neri, Leonardo Manera, Raul Cremona (interpreterà un telepredicatore che farnetica sull'invasione degli extraterrestri, prevista per il 12/12/2012), Marco Della Noce (tornerà ad essere Oriano Ferrari, ma ora racconterà di uno Schumacher in pensione che si aggira nei box e si fa mettere il pannolone), forse Ficarra e Picone.
«Antonio Cornacchione non sarà più il "povero Silvio"» anticipano gli autori «e tornerà alle origini coi suoi monologhi da sfigato. Magari farà un accenno al tormentone che gli ha dato la notorietà , ma poi racconterà la vita del suo personaggio costretto dalle traversie a cedere al berlusconismo».
C'è anche chi ritoma "in famiglia", dopo qualche anno di pausa, come Flavio Oreglio e Arma Maria Barbera. «Anna, dopo Valentina Cortese, è l'unica vera diva» spiega Gino. «Le abbiamo chiesto: cosa ti spinge a tornare? La verità è che, nonostante il successo dei film di Natale, la gente le domanda: quando ricomincia Zelig? Come se lei non l'avesse mai lasciato. La si vedrà nei panni di una poetessa napoletana che dedica liriche ai vip, da Monica Bellucci a Briatore».
Infine, i volti nuovi, già collaudati nei laboratori sparsi in tutta Italia e a Zelig Off per fare qualche nome, il milanese Giancarlo Kalabrugovich (fa un giovane emarginato metropolitano), il marchigiano Niba (muove solo la bocca, e "doppia" sequenze di slogan, spezzoni di film, testi di canzoni), il quartetto LeBarnos.
«Quest'anno ci sono tante donne» raccontano gli autori. «Un caso, perché ne abbiamo trovate tante brave, sicuramente una bella conquista, proprio ora che divampano le polemiche sull'utilizzo delle donne in tv, sui reality e le veline. Noi non siamo mai ricorsi a questi espedienti: il successo è dovuto soltanto alle qualità comiche».
E chissà che anche un ballerino "serio" come Roberto Bolle non riveli un'insospettabile vena ironica: «Lo abbiamo invitato come ospite fisso, non ci ancora detto né sì né no» dice Bozzo. «Da cosa è nata l 'idea? Noi andiamo a profanare un teatro dove si fa l'opera, la danza, siamo un po' come il Nobel assegnato a un giullare. Lui, invece, dovrebbe essere il "fantasma del palcoscenico", il vero proprietario e la vera anima degli Arcimboldi. Ma ci piacerebbe anche coinvolgerlo in qualche scenetta divertente».
Ce n'è, insomma, per tutti i gusti nello show (regista Riccardo Recchia, produttori Giuseppe Ioppolo per Mediaset e Roberto Bosatra di Bananas).
«Il nostro pubblico va dagli 8 agli 80 anni, ma i bambini sono il segreto della popolarità di Zelig» dicono gli autori. «Se a loro piace, costringono i genitori a vederlo. Ecco perché c'è attenzione ai loro gusti. Certo, se il programma fosse solo questo, ci vergogneremmo e cambie-remmo mestiere. In realtà quello che più ci interessa è scovare una comicità nuova, originale».
E la coppia Bisio-Incontrada?
«Senza di loro sarebbe un'altra trasmissione. Finché non ci lasciano, noi non molliamo. Certo, se se ne andassero, Zelig non morirebbe. Ma sarebbe praticamente impossibile sostituirli».
Paola Zonca
per "La Repubblica"
edizione del 20-07-07