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DG Rai: «La crescita dei prezzi nei diritti sportivi ci sta mettendo fuori gioco»

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Fonte: Ansa

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Economia

DG Rai: «La crescita dei prezzi nei diritti sportivi ci sta mettendo fuori gioco» La corsa ai diritti degli eventi sportivi da parte delle pay tv sta portando ad una crescita tale dei prezzi che «sta mettendo la Rai fuori gioco in molte trattative: ad ogni rinnovo ci ritroviamo ad aumento delle cifre esponenziale». Lo ha sottolineato il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, durante l'audizione in commissione di Vigilanza dell'intero vertice Rai, spiegando che Viale Mazzini, di fronte a questa situazione, per forza di cose, «sta cercando di concentrarsi su un numero limitato di eventi significativi per la tv» mentre «per la radio vogliamo conservare la forza che abbiamo».

«Per farvi un esempio - ha raccontato Campo Dall'Orto ai commissari - all'ultima trattativa sulla pallacanestro, noi abbiamo perso ma chi se l'è aggiudicata ha pagato un prezzo quadruplicato rispetto a quanto avevamo pagato noi l'ultima volta». «Lo sport è ormai considerato uno di quei contenuti premium che può alimentare gli abbonamenti alla pay tv, che si chiamino Netflix o Sky o in altro modo,» e dunque Rai avrà «sempre più difficoltà ad acquisire i diritti».

Ma il problema non riguarda solo Viale Mazzini citando l'esempio dell'emittente pubblica tedesca Zdf, che ha annunciato la rinuncia ai diritti delle prossime Olimpiadi per costi incompatibili con i bilanci. Questo nonostante - ha sottolineato Campo Dall'Orto - Ard-Zdf riceva 7 miliardi di finanziamenti pubblici e quindi molto di più della Rai.

'Abbiamo la preoccupazione di riuscire acquisire le prossime Olimpiadi - ha spiegato - perchè è una trattativa molto più difficile che in passato'.

Nel 2016 «grazie all'operazione canone in bolletta, riusciremo ad avere 200 milioni di euro in più; mentre sul 2017 stiamo ancora svolgendo le stime, ma sarà inferiore di più di 100 milioni». «Il tetto agli stipendi degli artisti avrebbe come conseguenza il forte cambiamento di come la Rai viene vista oggi. Non ci sarebbe più, ad esempio, il tipo di palinsesto di Rai1 che vediamo oggi. La speranza - ha proseguito - è che si trovi una soluzione che riporti alla ragionevolezza su questo tema».

Il dg, rispondendo ad una domanda sulla presenza di Pippo Baudo nella domenica pomeriggio di Rai1, ha spiegato che la Rai

«è una somma di innovazione e tradizione». «Il tema vero è che il pubblico si sposta verso un consumo personale e non lineare - ha aggiunto -. L'ultima roccaforte è il daytime ed è importante, soprattutto in quella fascia, trovare un equilibrio. In altri ambiti possiamo innovare in maniera più spinta, lì dobbiamo fare più attenzione. Rai Play ha raggiunto i 30 milioni di browser unici nella sua breve storia e, notizia di ieri, è diventato il primo sito televisivo italiano. A sei mesi dalla nascita mi sembra un grande esempio di cosa significhi trasformarsi».

Esprimendo soddisfazione per come il rinnovo della concessione di servizio pubblico

«ribadisce che la Rai è centrale nella produzione culturale del paese e per questo avrà convezione esclusiva per dieci anni» e perché «viene definitivo in maniera chiara che la concessione riguarda radio tv e servizi multimediali, quindi tutte le piattaforme» e «questo è un punto chiave proprio per accompagnare la trasformazione in atto», il dg Rai ha espresso sottolineato con soddisfazione «il trionfo Rai ad Amsterdam ai Promax Bda, gli oscar europei per la promozione televisiva».

La Rai era in nomination con 16 progetti e per la prima volta al servizio pubblico radiotelevisivo sono stati assegnati nove premi. La Rai si è inoltre aggiudicata il trofeo più ambito: il Grand Prix Award come migliore team creativo e marketing dell'anno superando la concorrenza di colossi come Bbc worldwide, Nbc Universal e Itv.

«Sul numero dei canali ci sono due passaggi diversi: oggi il tema della convenzione è la mission del servizio pubblico, nel contratto di servizio potrà trovare forma una definizione su quali sono i canali».

Lo ha detto il dg Rai Antonio Campo Dall'Orto in Commissione di Vigilanza.

«Lo sforzo che stiamo facendo dall'inizio del nostro percorso è verso lo sviluppo del digitale - ha aggiunto -. Credo che ridurre i canali nell'ottica di un disarmo sia sbagliato. Il tema è quale servizio si voglia dare in più: questi servizi possono trasformarsi da lineari in digitali, è già successo in altri paesi. Soprattutto con lo sviluppo di Rai Play si può pensare di avere questo tipo di rapporto tra la Rai e la mission».

In merito al piano per l'informazione, il dg ha spiegato che si sta lavorando a uno sviluppo modulare della notizia

«L'impellenza dello sviluppo dell'offerta digitale va messa nel contesto del rinnovo della convenzione - ha detto ancora -. Abbiamo l'esigenza di combinare la velocità di esecuzione dei nostri progetti, con il rispetto delle linee guida che comunque appaiono compatibili con il lavoro che stiamo svolgendo, perché ci spingono verso il digitale».

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