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Vivendi e le ambizioni di Bollorè, interesse tutto per Telecom e Mediaset

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Fonte: RadioCor / Ansa

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Economia

Vivendi e le ambizioni di Bollorè, interesse tutto per Telecom e MediasetVincent Bollore' e il suo braccio destro in Vivendi, Arnauld de Puyfontaine sono determinati, l'Italia e' cruciale per affermarsi come «campione latino dei media» e Telecom e Mediaset «sono cruciali» dicono ai loro azionisti riuniti al Teatro Olympia per approvare il bilancio. Il temuto scontro tra Bollore' e i fondi non c'e' stato, anche se molti hanno votato contro il rinnovo del suo mandato e la nomina nel Supervisory Board del figlio Yannick. Le due mozioni sono passate con l'82% e il 71,5% dei voti a favore (presente il 62% del capitale di cui il 29% controllato dalla famiglia) e Vincent nonostante tutto ha chiosato «niente male!», sara' presidente fino al 2020.

«Una costruzione come quella di Vivendi non si fa in un giorno», c'e' un progetto «industriale ambizioso» gli ha fatto eco il ceo de Puyfontaine e anche «Roma - ha avvertito - non si e' costruita in un giorno ma siamo sulla buona strada». Insieme spiegano la 'campagna d'Italia', raccogliendo consensi tra i soci prima di presentarsi il 4 maggio all'appuntamento con l'assemblea di Telecom e a giugno con quella di Mediaset. «Siamo diventati i primi azionisti di Telecom (24% ndr) per ampliare la nostra presenza in un paese che consideriamo cruciale» per creare un «campione latino» dei media. Un altro tassello fondamentale di questa strategia e' Mediaset e anche se «non e' cominciata benissimo, il nostro obiettivo e' creare relazione costruttiva e perenne» ha ribadito de Puyfontaine. «La nostra ambizione - ha continuato - resta invariata» e «il meglio deve ancora venire», ha ripetuto in italiano.

In sala ad ascoltarli c'era anche il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi accolto da un applauso della platea quando il manager francese lo ha ringraziato insieme all'ad Flavio Cattaneo. «Siamo al fianco di Telecom per rafforzarli ancora di piu' - ha detto - e la nostra expertise contribuira' a ridorare il blasone». Sul nodo della presidenza (De Puyfontaine e' il primo nella lista di 10 candidati proposti da Vivendi) la risposta e' di maniera: la cosa importante e' che «ci sia una buona governance». Per uscire invece dalle secche della legge Gasparri, «faremo all'Agcom qualche proposta sulle misure di rimedio a tempo debito» ha assicurato de Puyfontaine. «Costruire e' nell'interesse di tutti, ma bisogna essere in due per ballare il tango» ha concluso ancora una volta usando una metafora.

«Siamo dispiaciuti per come è iniziata. Ora c'è' un disaccordo e non abbiamo ancora trovato la giusta soluzione. Siamo determinati a far valere le nostre ragioni». Questo il commento del ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, alla situazione con Mediaset. «e' nell'interesse di tutti costruire, ma bisogna essere in due a ballare il tango», ha anche rilevato il ceo, sottolineando che in Italia per il gruppo «non ci sono battute d'arresto». I risultati di Telecom «ci incoraggiano e su Mediaset c'e' un solido background di discussioni, faro' del mio meglio per farlo funzionare, altrimenti ci sono altre opzioni e andremo verso queste opzioni», ha aggiunto de Puyfontaine. Sull'ipotesi di aggiotaggio su titoli Mediaset su cui sta indagando la Procura milanese, il ceo ha ribadito che il gruppo e' «determinato a dimostrare che e' un'accusa totalmente infondata e illegittima». Sul disaccordo commerciale con Cologno e' stato avviato un arbitrato e quanto all'Agcom, de Puyfontaine ha rilevato che e' la prima volta che la legge Gasparri, che risale al 2004, e' stata applicata. Sulla possibilita' che i due gruppi possano tornare all'accordo originale, che prevedeva il passaggio della pay tv Premium ai francesi e uno scambio di partecipazioni nella misura del 3,5%, de Puyfontaine ha risposto che «nell'ultimo anno sono successe molte cose. Il tempo giudichera'». Il ceo di Vivendi ha anche spiegato che il gruppo «ha comperato la quota in Mediaset perche' convinto che ha senso nella nostra strategia e per aumentare la probabilita' di costruire questa visione». In conclusione - ha detto de Puyfontaine - «non rimpiango nulla».

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