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Il Fenomeno del poker in tv: contente Sky e Italia 1

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Fonte: Il Corriere della Sera

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Sport

All in per il poker in tv. I tornei di Texas Hold'em (variante americana con 2 carte a testa e cinque in comune ovvero tre flop, un tura e un viver) sono un tele-fenomeno di costume e di ascolti: un milione di appassionati del World Poker Tour per «Pokermania» su Italia 1 (martedì a mezzanotte più replica il sabato) con il campionissimo Luca Pagano (www.lucapagano.com) e Giacomo Valenti.

E 100.000 spettatori per Sky che per prima (con EuroSport) ci ha creduto e 3 volte a settimana alle 22.30 trasmette il meglio dei tornei internazionali (ora il Poker dome) col commento ironico del duo di punta del calcio Fabio Caressa e Stefano De Grandis.

Ora il satellite fa raise, rilancia: a Natale sarà pronto un Celebrity Poker, torneo per vip, come già ce ne sono negli Usa (patiti del TH'E Matt Damon, Ben Affleck e Bill Gates).

Si candida subito Alessandro Haber: «A Texas Hold'em ho giocato solo una volta. Divertente, bastano un asso e un re per vincere. I tornei in tv mi intrigano, se mi chiamassero andrei volentieri».

Le selezioni sono già aperte tra calciatori, attori e vip vari, nel team un posto fìsso è per il testimonial Pupo. «Perché il poker in tv funziona davvero», spiega Giovanni Bruno, direttore di Sky Sport. «Lo spettatore vede le carte di tutti i giocatori e resta inchiodato a seguirne psicologia e bluff».

Ci aggiunge Caressa che non solo il Texas Hold'em non è gioco d'azzardo perché «ognuno ha uno stock fisso di gettoni e di più non perde», ma «il bello del poker è che lascia aperto un sogno. Chiunque può diventare campione del mondo».

Così accadde 4 anni fa allo sconosciuto Chris Moneymaker (tradotto significa «uno che fa soldi») che si qualificò alle finali via internet spendendo 30 dollari e ne vinse 2 milioni a Las Vegas.

O come il campione mondiale in carica del World Series of Poker (WSOP) Jamie Gold (anche qui, che cognome), dilettante di Malibu che ha infinocchiato gli 8.733 rivali con un bluff da 12 milioni di dollari. Negli Usa ci saranno almeno 15 milioni di «texani» incalliti, 5 milioni soltanto via internet sul sito Poker-Stars.

Da noi i cultori dell'Hold'em saranno quasi 30.000, la metà solo sul web. Un anno fa Luca Pagano ha fondato la Federazione Italiana Gioco Poker (www.figp.it).

Come il wrestling, Hold'em pullula di personaggi incredibili. Chris Feguson, cappello da cowboy e codino, detto Jesus per evidente somiglianza, Barry Robinhood Greenstain che devolve ogni vincita in beneficenza, Marcel Luske, l'Olandese volante, con gli occhiali al contrario, Jennifer Harman La Iena, The Legend Doyle Brunson o l'imperturbabile Phil Avey The Ice che somiglia a Tiger Woods.

Tra i pokeristi nostrani c'è Max Pescatori, 35 anni, milanese, bandana tricolore, trapiantato a Las Vegas. Nome di battaglia: The italian Pirate, Ha già vinto oltre 1.5 milioni di dollari a botte di All in.

Giovanna Cavalli
per "Il Corriere della Sera"

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