«Ci aspettiamo che Agcom pianifichi le frequenze in tutte le regioni e non a macchia di leopardo ed ho massima fiducia sul fatto che l'Autorità sarà impermeabile alle pressioni delle emittenti nazionali e si muoverà in sintonia con il governo».
Lo ha affermato il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, al convegno annuale di Aeranti-Corallo, in merito alle nuove frequenze messe a disposizione dal governo per le tv locali.
«Il passaggio al digitale - ha spiegato Giacomelli - è stato realizzato in modo da tutelare il duopolio, per questo si è saturato lo spettro, arrivando ad assegnare le frequenze coordinate alle reti nazionali e lasciando alle locali frequenze non assegnate all'Italia, senza alcun accordo con i paesi confinanti. Occorre dunque intervenire, senza arrivare alla chiusura delle tv locali. Per questo abbiamo messo a disposizione nuove frequenze e siamo in attesa che vengano pianificate dall'Autorità. Di fronte a ciò qualcuno ha storto il naso, ma noi l'abbiamo fatto lo stesso».
«L'obiettivo - ha sottolineato il sottosegretario - è avere tutte le frequenze italiane riconosciute a livello internazionale». Giacomelli ha inoltre ricordato che il governo attuale ha trovato «una legge sulla rottamazione delle frequenze con risorse inadeguate: i fondi ora sono più che raddoppiati, passando da 20 a 50 milioni di euro». L'esponente governativo ha quindi fatto sapere che nel ddl di riforma della Rai, nell'ambito della delega sul canone, «è stato inserito un punto relativo al finanziamento delle tv locali». «I contributi - ha spiegato - sono simili a una lotteria: si parte da certe cifre all'inizio dell'anno e sia arriva a cifre molto inferiori. Il sistema deve cambiare per dare certezza e risorse adeguate. Se si desse, inoltre, valore giuridico al ruolo di servizio pubblico delle tv locali cambierebbe anche il rapporto con lo stato».