«Speriamo non ci sia solo questa, speriamo che ce ne siano anche altre». Lo afferma il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, rispondendo a una domanda del direttore de 'Il Foglio', Claudio Cerasa, sulla possibilità che per il gruppo televisivo italiano ci siano altre strade nel futuro del Biscione oltre a Vivendi. Mentre ai giornalisti, che a margine gli chiedono se rimangono solo le vie legali o è possibile un accordo con i francesi, dice sorridendo: «Non lo so, vediamo... Ma anche se lo sapessi non ve lo direi».
Sono toni più concilianti rispetto a quelli di qualche giorno fa di Pier Silvio Berlusconi, nell'attesa che Parigi faccia una sua mossa ufficiale, che potrebbe essere anche imminente. Nella comunicazione il presidente di Mediaset ribadisce che «servono regole uguali per tutti, soprattutto per gli 'Over the top' che fanno gli editori e raccolgono pubblicità: si devono prendere responsabilità e dobbiamo dire no all'anonimato». E poi, sempre rispondendo a una domanda del direttore de 'Il Foglio' su come veda «culturalmente» Maria De Filippi sul palco di San Remo, dice - riferendosi in generale alla proposta del Festival - che «la cultura è un'altra cosa».
«Il nostro Paese è il più ricco di concorrenza e chi compete ha sempre voglia di essere il primo, ma la concorrenza con la Rai è molto difficile perché hanno risorse straordinarie e fanno dumping sulla raccolta pubblicitaria&raqu/o;. «Adesso - dice - hanno preso i soldi del canone e spero che non faranno più dumping sulla raccolta pubblicitaria, perché sono arrivati a fare il 95% di sconto, che è una cosa incredibile e non succede da nessuna parte». Questo, conclude Confalonieri, «è un fattore che rende la concorrenza davvero molto difficile».
«Oggi i programmi li fanno i contabili perché purtroppo mancano i soldi». È «anche con questi signori, che sono corazzate velocissime - sottolinea Confalonieri - che dobbiamo fare i conti». E aggiunge: «La notizia dello spostamento da Roma a Milano di centinaia di risorse di Sky, che è la potenza che è, fattura più di noi, ne è un esempio». Allo stesso convegno il direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall'Orto, conferma che «l'auditel è uno degli elementi che dobbiamo considerare, ma non può essere il fine: con la prima della Scala abbiamo registrato 12,4 milioni di persone in visione per almeno 40 minuti, per un ascolto medio di 2,5 milioni: sono risultati importanti, ma l'auditel non è tutto».
Con i giornalisti Dall'Orto è invece tornato sull'ipotesi che la Rai partecipi alla prossima asta per i diritti della Champions League 2018-2021.
«Al momento non abbiamo deciso», risponde. Aggiungendo che «nello sport siamo contenti di quello che abbiamo: ovvio che quando ci sono rinnovi c'è sempre attenzione, ma non ci sono temi specifici».