Vivendi ha notificato alle parti un ricorso al Tar contro la delibera dell'Agcom del 18 aprile scorso con la quale, per la legge Gasparri sui tetti nel settore media e telecomunicazioni, l'Authority obbligava il gruppo francese a scegliere tra il controllo di Tim e la presenza a quasi il 30% in Mediaset. Secondo fonti finanziarie e di mercato, Vivendi comunque a ore risponderà all'Agcom di essere pronta a ottemperare alla delibera attraverso il congelamento dei diritti di voto oltre il 9,9% nel Biscione.- La delibera dell'Agcom - la prima su questa parte della 'legge Gasparri' - aveva accertato l'influenza dominante di Vivendi in Tim (dove ha il 23,9%) con i francesi che nel Biscione hanno il 29,9% dei diritti di voto contro l'attuale 41% abbondante di Fininvest. A far data dal 18 aprile Vivendi ha un anno di tempo per rimuovere la posizione vietata dopo l'esposto fatto da Mediaset sulla scalata dei francesi al Biscione.
L'Autorità aveva ordinato a Vivendi «di rimuovere la posizione vietata nel termine di 12 mesi a far data dalla notifica del provvedimento adottato. Allo scopo di consentire all'Autorità di svolgere un'adeguata attività di monitoraggio, Vivendi è tenuta a presentare entro 60 giorni uno specifico piano d'azione che la società intende adottare per ottemperare all'ordine». È ciò che è atteso a ore, con il rischio che, in caso «di inottemperanza all'ordine» sia applicabile la sanzione amministrativa« prevista dalla legge 249 del 1997, cioè una sanzione del valore tra il 2 e il 5% del suo fatturato. Ma intanto per il gruppo francese, che ha sempre ritenuto illegittimo il provvedimento dell'Agcom, scadevano anche i tempi per effettuare il ricorso al Tar, decisione che ha quindi notificato alle parti.