C'è anche il futuro di Mediaset tra le pieghe della rivoluzione in Tim firmata Elliott. Non è un caso che venerdì scorso, dopo l'assemblea sul rinnovo del cda che ha sancito la vittoria del fondo americano, il titolo della società controllata da Fininvest abbia guadagnato in Borsa il 2,8%, superando il rialzo di Tim. Questo a riprova che, secondo gli esperti, è probabile che la sconfitta di Vivendi possa portare qualche beneficio al Biscione, soprattutto nel medio-lungo periodo. E, nelle prossime settimane, le attenzioni del mercato potrebbero concentrarsi sul gruppo televisivo, che ha da poco firmato un accordo con Sky. «La vittoria di Elliott ha scatenato nuove speculazioni su Mediaset, aprendo a scenari favorevoli per il titolo», scrive in un report l'analista di Banca Akros, Andrea De Vita. Uno dei primi effetti del ritorno a una situazione di 'normalità' del cda di Tim dovrebbe essere la firma dell'intesa commerciale sui contenuti con Mediaset che, secondo il Sole 24 Ore, potrebbe arrivare già in settimana. L'accordo sarebbe di gran lunga ridimensionato rispetto a quello negoziato a fine 2017 (le indiscrezioni parlavano di 460 mln da corrispondere in sei anni) ma, secondo Equita, sarebbe comunque positivo per il gruppo.
Si tratterebbe del «primo accordo in cui vengono riconosciute a Mediaset delle fees (commissioni) per la ri-trasmissione dei suoi canali in chiaro su altre piattaforme, che ci attendiamo sarà ripetuto con altri operatori Over the top e pay-tv come Sky». E questo, almeno nell'immediato. Più a lungo termine, l'analista di Banca Akros immagina possibili cambiamenti su più fronti: intanto, siccome il piano di Elliott prevede un'accelerazione sulla separazione della rete (NetCo) per concentrarsi sulla parte dei servizi Tim (ServiceCo), potrebbe essere più facile immaginare un'operazione societaria che coinvolga Tim e Mediaset, magari una fusione, che in queste condizioni - senza il monopolio della rete - sarebbe più accettata dai regolatori.Il secondo scenario è che Vivendi dopo la sconfitta sulla governance decida di riconsiderare la sua presenza in Italia, scegliendo di concentrarsi solo sul settore media. In questo caso, i francesi potrebbero ridurre la partecipazione azionaria una volta che Tim abbia superato in Borsa la soglia di 1,07 euro, il valore con cui Vivendi ha in carico le azioni Tim. Scesa nel capitale e libera dalle costrizioni imposte dai regolatori, la società di Vincent Bolloré potrebbe concentrarsi su Mediaset. In questo caso, «data la quota di Fininvest e la nuova governance dalla compagnia, niente può essere immaginato senza il consenso di Berlusconi e quindi l'unico possibile scenario sarebbe - dice l'analista - un'offerta a prezzo tondo a Fininvest, seguita da un'opa».
Se invece Vivendi scegliesse di vendere il suo 29%, probabilmente lo farebbe non prima dell'accordo su Premium: «In questo modo, potrebbe recuperare almeno una parte del suo investimento», nell'attesa di un dividendo speciale o di un apprezzamento delle azioni. Un altro analista che preferisce mantenere l'anonimato vede invece «poche implicazioni da qui a fine anno» per il gruppo di Cologno Monzese anche se oggi, perso il controllo di fatto di Tim, «Vivendi ha in ottica Mediaset molta più flessibilità di prima e continuo a pensare che il vero obiettivo dei francesi in Italia sia Mediaset e non Tim». Nel medio lungo periodo, «non posso pensare che un broadcaster locale possa rimanere solo per così tanto tempo in un mercato sempre più concentrato». Oggi il titolo chiude in leggero rialzo: +0,36% a 3,38 euro.