Riflettori accesi sul cda di Tim che si riunira' lunedì per fare il punto sull'asta 5G e sulla partecipazione dell'operatore tlc alla gara da cui il Governo si ripromette di ricavare 2,5 miliardi di euro. Il primo giorno dell'asta che mettera' a disposizione frequenze della banda 700 megahertz per il nuovo sistema tecnologico e' imminente: si tratta del prossimo 13 settembre. La riunione del board arriva dopo lo «scontro» di ieri tra Vivendi, azionista al 24% di Tim, e il fondo Elliott. Il gruppo francese si era detto «profondamente preoccupato dalla gestione disastrosa di Telecom Italia da quando Elliott ha preso il controllo del Cda in occasione dell'Assemblea degli azionisti del 4 maggio» evidenziando in particolare come le performance in borsa del titolo siano «drammatiche»: «ha perso circa il 35% dal 4 marzo. È ai livelli più bassi da 5 anni mentre nel suo position paper del 9 aprile, Elliott prometteva un raddoppio di valore del titolo in borsa in due anni».
Per Vivendi, insomma, «la nuova governance di Tim sta fallendo: la diffusione di rumors, tra cui quella di un'uscita del Ceo, stanno causando delle disfunzioni che sono dannose per il buon andamento e i risultati di Tim». Immediata ieri la replica del presidente di Tim, Fulvio Conti, che ha espresso «profondo rammarico per le accuse assurde e infondate rilasciate da Vivendi sull'operato dell'azienda» rigettandole. Il CdA sin dalla sua nomina e nella sua interezza, ha sottolineato Conti, «e' stato ed e' tuttora al lavoro per attuare il Piano Strategico, elaborato dalla stessa Vivendi durante la sua gestione» indicando poi tra gli elementi che hanno influenzato negativamente il titolo dell'operatore tlc, senza citarlo, l'ingresso sul mercato italiano dell'operatore francese Iliad di Xavier Niel.
Uno 'scontro' che per Vivendi arriva mentre il gruppo e' alle prese con numerose sfide: il calo degli abbonamenti e i problemi di governance della sua pay tv Canal+ in Francia, il ricorso di Fininvest nella vicenda Mediaset Premium dopo il passo indietro dei francesi nell'acquisto della pay tv e la strategia riguardante la sua partecipazione in Mediaset. Il gruppo di Cologno ha tra l'altro negato a Simon Fiduciaria, il trust che per conto di Vivendi detiene il 19,19% del capitale del 'Biscione', di partecipare ai lavori dell'assemblea dei soci spiegando di ritenere che Vivendi ha «acquistato, e detiene, la partecipazione in Mediaset in violazione» del contratto siglato l'8 aprile 2016 per la cessione di Premium e in violazione di quanto disposto «dall'articolo 43 del Tusmar» (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici).