Diretto da Francesca Comencini, un viaggio attraverso la coscienza operaia del Novecento dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri. Un film documentario, presentato da Rai Cinema e Rai Teche, in onda giovedì 14 febbraio in seconda serata su Raitre.
"Oggi degli operai si parla solo quando muoiono sul lavoro, e in Italia ne muoiono tre ogni giorno, uccisi da condizioni di lavoro spesso fuori da ogni regola e privi di qualsiasi diritto. Eppure gli operai sono stati portatori, negli anni, di una delle più grandi storie di vita del nostro paese."
LA STORIA:
(Francesca Comencini)
LA STORIA:
Premio Cipputi al Torino Film Festival, IN FABBRICA è un film documentario di Francesca Comencini, una produzione Rai Cinema realizzata da Offside con materiale d?archivio di Rai Teche. IN FABBRICA è una storia di volti, di facce operaie, un ritratto umano delle persone che hanno popolato e popolano le fabbriche italiane.
E? un omaggio al loro lavoro, ai loro gesti, alla loro professionalità . E? un mosaico di voci, di dialetti, un ritratto della grande e della piccola fabbrica che insieme ci restituiscono un?immagine dell?Italia. Questo racconto inizia dal cancello di una fabbrica degli anni Cinquanta. Dietro il portone una massa di lavoratori si prepara ad entrare, alcuni a piedi, altri trascinando una bicicletta o un motorino. Sono vecchie immagini delle Teche Rai, girate dentro una fabbrica siderurgica. All?interno gli operai sono al lavoro: precisi, puntuali calcolano i gesti, sopportano il rumore.Â
Da questa fabbrica del primo dopoguerra inizia il nostro viaggio attraverso la coscienza operaia del Novecento per comprendere e restituirne tutte le trasformazioni. La narrazione è affidata alla voce degli operai, sono loro a raccontare il proprio lavoro, le aspirazioni, le sconfitte, le speranze. Sono interviste d?epoca, tratte dagli archivi Rai e Aamod.
L?attenzione si posa poi sull?evoluzione della figura e del ruolo dell?operaio negli anni ?70, la sua presa di coscienza e la sua progressiva politicizzazione. In un ritratto che racconta il passaggio dall?Italia contadina a quella del miracolo economico, dalle lotte dell?autunno caldo ai 35 giorni di sciopero serrato alla Fiat.
Dagli anni ?80 sugli operai improvvisamente scende il silenzio: la classe operaia perde la centralità politica e di conseguenza cala l?attenzione, tanto che fino ai nostri giorni i materiali d?archivio sono quasi inesistenti. Ritrovano la voce quando la regista raccoglie le testimonianze di un gruppo di operai di una fabbrica di eccellenza di oggi. Sorprende la forte coscienza di sé acquisita nel frattempo e lo straordinario spirito di contemporaneità che questi nuovi operai riescono a esprimere.
E? un omaggio al loro lavoro, ai loro gesti, alla loro professionalità . E? un mosaico di voci, di dialetti, un ritratto della grande e della piccola fabbrica che insieme ci restituiscono un?immagine dell?Italia. Questo racconto inizia dal cancello di una fabbrica degli anni Cinquanta. Dietro il portone una massa di lavoratori si prepara ad entrare, alcuni a piedi, altri trascinando una bicicletta o un motorino. Sono vecchie immagini delle Teche Rai, girate dentro una fabbrica siderurgica. All?interno gli operai sono al lavoro: precisi, puntuali calcolano i gesti, sopportano il rumore.Â
Da questa fabbrica del primo dopoguerra inizia il nostro viaggio attraverso la coscienza operaia del Novecento per comprendere e restituirne tutte le trasformazioni. La narrazione è affidata alla voce degli operai, sono loro a raccontare il proprio lavoro, le aspirazioni, le sconfitte, le speranze. Sono interviste d?epoca, tratte dagli archivi Rai e Aamod.
L?attenzione si posa poi sull?evoluzione della figura e del ruolo dell?operaio negli anni ?70, la sua presa di coscienza e la sua progressiva politicizzazione. In un ritratto che racconta il passaggio dall?Italia contadina a quella del miracolo economico, dalle lotte dell?autunno caldo ai 35 giorni di sciopero serrato alla Fiat.
Dagli anni ?80 sugli operai improvvisamente scende il silenzio: la classe operaia perde la centralità politica e di conseguenza cala l?attenzione, tanto che fino ai nostri giorni i materiali d?archivio sono quasi inesistenti. Ritrovano la voce quando la regista raccoglie le testimonianze di un gruppo di operai di una fabbrica di eccellenza di oggi. Sorprende la forte coscienza di sé acquisita nel frattempo e lo straordinario spirito di contemporaneità che questi nuovi operai riescono a esprimere.
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