Mentre c'è ancora chi deve rottamare il vecchio vhs, sta giàper finire in soffitta il dvd. Se ne noleggiano sempre meno: il futuro del cinema, rassegnatevi, è sul Web o sul telefonino.
Il mercato cinematografico tradizionale in Italia regge, infatti, ma non lascia intravedere grandi margini. L'aumento di spettatori nelle sale non pare significativo (giàmeglio della fuga, comunque), mentre l'home video è in calo, lieve ma continuo.
In particolare crolla il nolegio dei dvd (-11,8 per cento di fatturato dal 2005 al 2006): colpa della pirateria e della tv satellitare. La tv in chiaro trasmette sempre meno film: 3.939 nel 2006 (contro i 5.073 del 2000, per avere un termine di paragone). Di questi il 30 per cento sono italiani.
La produzione nostrana è in ripresa, anche nel 2007, ma il consumo di cinema attraverso i canali di diffusione classici rimane stabile: non ci sono praterie davanti. Ne consegue che, anche da noi, il cinema debba guardare al web e alla telefonia per trovare nuove strade: una tendenza giàindividuata dalle major americane.
Tutto ciò emerge dal rapporto sul mercato del cinema in Italia che Alessandra Priante ha curato per il Centro Srudi di CinecittàHolding e che verràpresentato lunedì al Torino Film Festival.
Nel 2006 al cinema sono stati staccati 106 milioni di biglietti (+0,78 per cento) e l'incremento è confermato anche dai primi dati del 2007: al 31 ottobre l'incasso ha fatto registrare un +3 per cento.
Siamo ancora lontani dai 116 milioni di biglietti del 2004. Le pellicole italiane rappresentano il 25,7 per cento del mercato. L'anno scorso in Italia sono stati prodotti 117 film (+19,4 per cento), eppure restiamo indietro rispetto a Francia (203 film), Spagna (150), Gran Bretagna (134) e Germania (122). Un film italiano costa in media quattro milioni: cioè, un ventesimo di un budget hollywoodiano.
Articolo tratto
da "Venerdì di Repubblica"