Secondo i dati dell'osservatorio di ricerca Between la Francia è il paradiso non. solo della banda larga, ma anche dell'lptv (la tv ricevuta via Intemet), con numerose offerte, prezzi bassi e tanti utenti. L' Italia, che pure con Fastweb era stata tra i primi Paesi a partire, è ormai indietro.
A metà 2006 gli utenti Iptv francesi erano 750 mila e gli operatori sono 5: Free Telecom, France Telecom, Neuf Cegetel, Telecom Italia France e T-On Line France. In Italia ci sono solo 200 mila utenti, clienti di Fastweb (la schiacciante maggioranza) e Telecom Italia.
Tiscali e Wìnd, nonostante gli annunci che si trascinano da due anni, hanno rinviato ulteriormente la presentazione dell'offerta Iptv (adesso si parla di "metà 2007"). Le cifre e i continui rinvii sono sintomi di un mercato che non sta bene, dove gli operatori hanno poco chiari i ritorni possibili a fronte dei grossi investimenti necessari per partire.
Fino a oggi, infatti, il grosso dell'offerta Iptv in Italia è costituita dai canali di Sky, disponibili anche su satellite, mentre mancano l'interattività e i canali web 2.0, con contenuti alternativi.
In Francia il boom è dovuto soprattutto all'azione di Free, che ha lanciato offerte a prezzi molto bassi - 30 euro al mese per Tv, Adsl e telefonate - costringendo i concorrenti ad adeguarsi. Una simile strategia ha però dei difetti: i prezzi troppo bassi erodono i margini degli operatori, rendendo più difficile raggiungere il "break even point' cioè il momento oltre il quale gli investimenti cominciano a fruttare e questo può scoraggiare l'arrivo di nuovi soggetti e la creazione di contenuti innovativi.
La Francia è, infatti, un caso isolato. In Germania gli utenti sono meno di 10 mila (di DT e di Hansenet - gruppo Telecom Italia). In Spagna, 250 mila (di Telefonica e Jazztel).
Nel Regno Unito gli utenti sono 10.000 (di Tiscali UK, che però ha lanciato l'offerta appena a dicembre). Oggi il problema principlae dell'lptv sembra essere la mancanza di un'identità definita, una specificità che la renda diversa sia dalla Tv classica sia dai contenuti amatoriali di "YouTube" e, quindi, in grado di attirare l' attenzione e i favori del pubblico.
A metà 2006 gli utenti Iptv francesi erano 750 mila e gli operatori sono 5: Free Telecom, France Telecom, Neuf Cegetel, Telecom Italia France e T-On Line France. In Italia ci sono solo 200 mila utenti, clienti di Fastweb (la schiacciante maggioranza) e Telecom Italia.
Tiscali e Wìnd, nonostante gli annunci che si trascinano da due anni, hanno rinviato ulteriormente la presentazione dell'offerta Iptv (adesso si parla di "metà 2007"). Le cifre e i continui rinvii sono sintomi di un mercato che non sta bene, dove gli operatori hanno poco chiari i ritorni possibili a fronte dei grossi investimenti necessari per partire.
Fino a oggi, infatti, il grosso dell'offerta Iptv in Italia è costituita dai canali di Sky, disponibili anche su satellite, mentre mancano l'interattività e i canali web 2.0, con contenuti alternativi.
In Francia il boom è dovuto soprattutto all'azione di Free, che ha lanciato offerte a prezzi molto bassi - 30 euro al mese per Tv, Adsl e telefonate - costringendo i concorrenti ad adeguarsi. Una simile strategia ha però dei difetti: i prezzi troppo bassi erodono i margini degli operatori, rendendo più difficile raggiungere il "break even point' cioè il momento oltre il quale gli investimenti cominciano a fruttare e questo può scoraggiare l'arrivo di nuovi soggetti e la creazione di contenuti innovativi.
La Francia è, infatti, un caso isolato. In Germania gli utenti sono meno di 10 mila (di DT e di Hansenet - gruppo Telecom Italia). In Spagna, 250 mila (di Telefonica e Jazztel).
Nel Regno Unito gli utenti sono 10.000 (di Tiscali UK, che però ha lanciato l'offerta appena a dicembre). Oggi il problema principlae dell'lptv sembra essere la mancanza di un'identità definita, una specificità che la renda diversa sia dalla Tv classica sia dai contenuti amatoriali di "YouTube" e, quindi, in grado di attirare l' attenzione e i favori del pubblico.