Nel 1996 Giuseppe Tornatore realizzò una lunga intervista video con uno dei padri dei film di genere, Riccardo Freda. La Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con SKY Cinema, ha proposto 40 minuti di quella intervista con molti materiali inediti.
?Conversazione tra Riccardo Freda e Giuseppe Tornatore?, dopo la proiezione alla Festa del Cinema di Roma di sabato 20 ottobre, sarà trasmessa su SKY Cinema Classics venerdì 26 ottobre alle ore 22,30 e a seguire due film diretti da Freda: Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea alle ore 23,25 e L?iguana dalla lingua di fuoco alle ore 00,55.
Due generazioni di registi a confronto in un bar di Parigi, con il maestro Freda, uomo dal carattere difficile scomparso a 90 anni nel 1999, che racconta al giovane Tornatore la sua lunga esperienza di regista, ?anche se la mia vera professione era quella di scultore ? precisa- In ?Maciste alla corte del Gran Kahn? ogni pezzo di statua è opera mia?. ?Devo ammettere che mi piaceva il cinematografo anche perché guadagnavo un sacco di soldi ? commenta onestamente ? Ero il regista più pagato d?Italia. Oggi che non faccio più film ? prosegue - non mi manca niente, anche perché gli attori li detestavo e il cinema è un mondo deteriore, curioso con una rivalità esasperata?.
Freda, autore di 37 film (?ero molto veloce a girare perché non guardavo il copione. I film dell?orrore li ho fatti al massimo in 2 settimane?) ha attraversato diversi generi: dalla trasposizione di classici letterari sul grande schermo (da un racconto di Puskin nasce Aquila nera -1946- e da Victor Hugo I miserabili - 1948), al peplum (Teodora ? L'Imperatrice di Bisanzio, 1954), al poliziesco (Trappola per l'assassino, 1966), arrivando ai film di Maciste (Maciste alla corte del Gran Khan, 1961, e Maciste all'Inferno, 1962).
Ma Riccardo Freda è considerato il padre del cinema horror in Italia: ?Stavo sempre nell?ufficio di Donati e Carpentieri ? spiega a Tornatore - con cui avevo fatto molti film. Un giorno chiacchierando proposi loro di fare un film dell?orrore, avrei portato il giorno dopo un soggetto scritto e inoltre avevamo già l?attrice (Gianna Maria Canale) e i teatri di posa. Allora chiamammo Lombardi, che ebbe un barlume di chiaroveggenza e così nacque ?I Vampiri?, il primo horror italiano che fu macellato dalla censura?.