Al centro del secondo episodio di Federico Buffa Talks – Velasco, il racconto dell’epoca d’oro del volley azzurro maschile degli anni ’90. In quegli anni, la squadra chiamata “Generazione di fenomeni”, con Velasco in panchina, dominava la scena del volley mondiale, vincendo tra il 1989 e il 1996 tre Europei, due Mondiali e cinque World League. Appuntamento alle 19.45 e alle 22.45 su Sky Sport Uno, in streaming su NOWe on demand. Approfondimenti e podcast su Sky Sport Insider.
Da qui riparte il ricordo della straordinaria carriera di uno degli allenatori più vincenti della storia dello sport azzurro, da quel decennio di incredibili successi, mai raggiunti prima dal movimento azzurro della pallavolo, per i quali la Nazionale di quegli anni, composta tra gli altri da Andrea Zorzi, Luca Cantagalli, Andrea Lucchetta, Paolo Tofoli, Lorenzo Bernardi, Andrea Gardini, Pasquale Gravina, Andrea Giani, Samuele Papi e Ferdinando De Giorgi, è stata premiata dalla FIVB come Squadra del secolo.
Velasco ricorda così l’alchimia che legava i giocatori di quella squadra straordinaria:
«I talenti o i fenomeni per me sono quei giocatori che hanno una facilità per fare le cose,
ma che si allenano come quelli che non hanno quella facilità. E quel gruppo era così, un gruppo di ragazzi talentuosi,
forti, che si sono allenati per molto tempo come se fossero quasi scarsi e hanno continuato ad allenarsi e a imparare cose nuove dopo aver vinto».
[Julio Velasco]
A quella Nazionale manca solo l’oro olimpico. Ai Giochi di Atlanta del 1996, gli azzurri, considerati da tutti i super favoriti per il gradino più alto del podio, perdono invece in finale contro i Paesi Bassi, una sconfitta che ancora oggi viene considerata una delle più grandi delusioni della storia della pallavolo italiana.
«Io mi ricordo– dice Federico Buffa – che Velasco disse: è l’unico argento che qui non si festeggia, l’argento del 1996 è stato trattato come una sconfitta storica».
«Io credo – continua il CT azzurro – che in Italia convenga perdere fino alla manifestazione più importante, perché se tu vinci prima, hai l’obbligo di continuare a vincere. È difficile vincere, è difficilissimo vincere molto, è impossibile vincere sempre. L’obbligo di vincere è un macigno terribile» sentenzia Velasco, che all’attuale CT della nazionale azzurra di volley maschile, Fefè De Giorgi, uno della Generazione di fenomeni, consiglia una singolare strategia per i prossimi Giochi di Los Angeles: «Perdi tutte le partite tranne la qualificazione per l’Olimpiade, così nessuno ti chiede niente».
Oltre a ricordare il suo percorso da allenatore in Italia, dall’arrivo a Jesi all’esperienza a Modena, fino alla panchina azzurra, in questo episodio Julio Velasco parla a lungo anche del suo impegno per sensibilizzare il mondo dello sport, e non solo, contro il razzismo.
«Circa un anno fa – dice Federico Ferri, direttore di Sky Sport – su questa poltrona era seduta Paola Egonu. Come hai risolto il suo problema con la Nazionale, ammesso che ce ne fosse uno?».
«Se c’erano dei problemi – spiega Velasco – è lei che li ha risolti. Nessun giocatore è uguale a un altro, per le cose che ha vissuto, molte delle quali non sappiamo nemmeno. Spesso le reazioni non sono quelle che ci aspettiamo per questo motivo. Ai miei collaboratori ho detto: ci siamo posti il problema di che cosa vuol dire per una ragazza come Egonu, Sylla, Bonifacio, che sono figlie di immigrati africani in Italia? Pensiamo che sia uguale per Antropova? Anche lei è figlia di immigrati, però è bionda. Oppure a me, che vengo dall’Argentina. È diverso. Ricordo sempre una cosa: quando andavo a Modena a prendere il permesso di soggiorno, avevo 33 anni, a me davano del lei mentre a un signore accanto a me, di colore, che avrà avuto 60 anni, davano del tu. Già lì è diverso. Già lì non si sentono rispettati, non c’è bisogno di una cosa eclatante. Io a Paola ho detto: in tutto ciò che è razzismo, esplicito o implicito, io ti difenderò fino alla morte, per il resto sei come le altre».
I discorsi di Velasco sono sempre carichi di profondità e di passione, sia che parli di sport, di tecniche di allenamento o del sogno di una ragazza italiana, figlia di immigrati, che sogna la Nazionale. Non ci sono mai segnali di stanchezza nelle sue parole. Infatti, l’idea di smettere non lo sfiora nemmeno.
«Io non voglio andare in pensione – conferma Velasco – mi piace tanto questo lavoro, intanto è un privilegio straordinario lavorare con i giovani, e poi adesso lavorare con le donne, volevo allenarle perché è una cosa diversa, nuova. Come ha detto Clint Eastwood, ‘non voglio lasciar entrare il vecchio’, teniamolo fuori il più possibile».
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FEDERICO BUFFA TALKS – VELASCO
Il secondo episodio della decima puntata su Sky e in streaming su NOW. Disponibile on demand.
Un programma di Federico Buffa e Federico Ferri, con la regia di Leopoldo Muti, a cura di Sara Cometti.
Venerdì 7 febbraio
- Sky Sport Uno alle 19.45 e 22.45 e in streaming su NOW
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