Flavia Pennetta a New York, 10 anni dopo: il trionfo agli US Open rivive su Sky Sport
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-News (original)
Un docufilm per rivivere il momento iconico del lancio della racchetta
Il racconto della preparazione, delle emozioni e della scelta di lasciare il tennis
Interviste esclusive: coach, familiari, avversari e Fabio Fognini
Disponibile su Sky e in streaming su NOW dal 12 novembre, con contenuti extra su Sky Sport Insider
Dieci anni fa, un boato squarciò l'aria dell'Arthur Ashe Stadium, seguito dal lancio liberatorio di una racchetta verso il cielo di New York. Quella fotografia di gioia pura, che sigillò una vittoria storica del tennis italiano, non apparteneva a un copione scritto, ma alla realtà: il trionfo di Flavia Pennetta agli US Open 2015. Oggi, quel momento indelebile torna a rivivere non solo nella memoria collettiva, ma in una nuova, profonda produzione originale firmata Sky Sport: "Flavia a New York, 10 anni dopo", realizzata in collaborazione con Intesa Sanpaolo, e presentata oggi alle Gallerie d'Italia a Torino. Un'opera che, a distanza di un decennio, offre una prospettiva più matura e distaccata su un'impresa che è divenuta un momento iconico per l'intero sport nazionale.
Il docufilm, che viene lanciato in un momento cruciale per il tennis italiano, in concomitanza con le Nitto ATP Finals di Torino, offre ai fan l'opportunità di rivivere l'epica italiana, una storia incredibile che difficilmente si sarebbe potuta immaginare con un finale così felice. Riflettendo sul significato della sua impresa, Pennetta esprime un sentimento duplice che è l'essenza stessa della sua eredità: "Orgoglio, perché in quell'istante ho realizzato il sogno di una vita, quello che avevo coltivato fin da bambina con fatica, dedizione e sacrifici. Tenerezza, perché vedo una ragazza che stringe tra le mani molto più di un trofeo: vedo i suoi sogni, le sue speranze, le paure e le emozioni che l'hanno accompagnata lungo il percorso". Quel bacio al trofeo non fu solo per una coppa, ma un tributo a tutti i momenti che l'avevano condotta fino a lì, l'immagine definitiva di un sogno che si avvera.
La finale del 2015 contro Roberta Vinci non fu una semplice partita, ma una vicenda emotiva irripetibile: il palcoscenico esotico di New York ospitò, per la prima volta in un Major, due atlete pugliesi, nate a soli 60 chilometri di distanza, che avevano condiviso raduni e percorsi agonistici fin dall'età di dodici anni. Flavia Pennetta, ripensando a quel cruciale istante di gloria, rievoca con precisione chirurgica le dinamiche che portarono alla conclusione del match, sottolineando come la consapevolezza dell'importanza di quel momento fosse palpabile.
La campionessa ripercorre il meccanismo del punto decisivo, ormai scolpito nella sua mente: "L'ultimo punto al rallentatore lo rivivo in ogni istante. So perfettamente cosa ho fatto, so come ho chiuso quel punto. Roberta al servizio. Rispondo lungo. Lei ha un rovescio fatto in controbalzo. Io faccio un dritto in sventaglio sul suo rovescio". Subito dopo, la reazione fu istintiva e incredula: la racchetta, le braccia lanciate in aria, e le mani sulla testa in un gesto di meraviglia. Ma ciò che rimane impresso oltre la tecnica è il significato umano: "E l'abbraccio con Roberta che è l'abbraccio più bello per lo sport italiano, non soltanto per il tennis, sai? Non è stato soltanto un momento di tennis, è stato un momento di sport". La preparazione mentale fu fondamentale in quel percorso, che l'ex allenatore di Flavia tra il 2013 e il 2015, Salvador Navarro, definisce senza mezzi termini come un'occasione irripetibile: "Non era una partita qualunque, era l'opportunità unica di vincere uno slam". Pennetta stessa confessò di aver avvertito la pressione prima di affrontare quella che lei stessa definiva "la mia grande chance". Eppure, l'ingresso nel club le permise di superare il blocco: "iniziai a sentire paura di sbagliare. Invece, una volta varcata la soglia del club, è come se avessi fatto un click".
Il documentario, celebra non solo la cavalcata trionfale della brindisina, ma anche l'atto di unicità assoluta che la seguì: la scelta, immediatamente dopo aver raggiunto l'apice della sua carriera sportiva, di lasciare il tennis giocato. Questo "unicum assoluto" è parte integrante del racconto, che utilizza immagini d'archivio, testimonianze del team, dei genitori, delle colleghe e degli avversari per ricostruire il cammino che portò la campionessa dalle prime racchette impugnate a Brindisi fino alla consacrazione nelle notti americane. Dieci anni dopo, l'analisi del successo assume un sapore completamente diverso, permettendo una riflessione più profonda. Se nel momento del trionfo si è travolti da una "centrifuga" emotiva, la distanza temporale concede lo spazio per una valutazione serena: "Te lo godi di più, hai più tempo per guardare, pensare, riflettere. Invece adesso con calma mi riguardo e dico 'Cavolo, sono stata brava'". Il documentario scava nel punto di vista emozionale e intimo, raccogliendo anche le parole di chi ha vissuto quell'esperienza dall'esterno. Stacey Allaster, l'ex direttrice degli US Open, riflette sull'impronta lasciata dalla tennista italiana: "Dieci anni dopo, quello che mi rimane di Flavia è la sua umanità. I veri campioni sono quelli che usano il loro talento dentro e fuori dal campo".
La produzione di Sky Sport si focalizza sull'intreccio tra determinazione e grazia, raccontando come Flavia abbia sintetizzato la gioia del trionfo in quel gesto iconico del lancio della racchetta. Tra le voci narranti, oltre a coach e familiari, spicca ovviamente quella di Fabio Fognini, marito di Flavia, che nel corso della presentazione del docufilm ha fatto un'apparizione inattesa, emulando la sorpresa che aveva caratterizzato la sua presenza dieci anni prima a New York. Fognini, descritto come un uomo che "piange sempre" quando parla della storia, è testimone dei cambiamenti avvenuti in un decennio, dove "la vita è così". Pennetta ha ironicamente notato di essere "diventata un'attrice nel frattempo, perché recita la parte di se stessa in maniera mirabile. Non è facile. Fabio... è diventato un ballerino. La vita è così. 10 anni dopo sono cambiate tante cose". Tornare sul campo dopo un decennio ha rappresentato un momento di grande emozione per Pennetta: "Ricordo praticamente quasi tutto. Mi sono tornata alla mente momenti incredibili. Quando inizi la carriera sei solo attento a inseguire un sogno e fai qualsiasi cosa per ottenerlo". Oggi, Flavia Pennetta ha intrapreso una nuova fase della vita, anche come apprezzata opinionista di Sky Sport Tennis, mantenendo un forte legame con la "famiglia meravigliosa" di Sky.
Flavia Pennetta è anche tra i protagonisti del nuovo libro fotografico di Ray Giubilo edito dalla Società Editrice Allemandi, Flying Racquets. Oltre la rete. Un viaggio visivo nel cuore del tennis attraverso l’obiettivo del fotografo ufficiale dei più importanti tornei del mondo. Attraverso oltre 250 immagini selezionate tra quarant’anni di lavoro, Giubilo costruisce un racconto visivo che va oltre la cronaca sportiva: un viaggio nel cuore del tennis, dove la tecnica incontra la grazia, e la tensione del gesto si trasforma in emozione pura. Non solo ritratti di campioni, ma ritratti di umanità, colti in attimi di concentrazione, sconfitte e rinascite. Con la sua fotografia lucida e poetica, Ray Giubilo restituisce l’anima del gioco, quella che non si legge nei punteggi ma solo negli sguardi.
Il documentario "Flavia a New York, 10 anni dopo" sarà disponibile su Sky e in streaming su NOW a partire dal 12 novembre, con appuntamenti fissati per le 22.45 su Sky Sport Uno e le 23.30 su Sky Sport Tennis, oltre a contenuti extra disponibili su Sky Sport Insider.
Articolo a cura di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)
