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Murdoch: 'diritti tv, più concorrenza e contratti uguali'

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Fonte: Italia Oggi

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Sky Italia
  venerdì, 23 marzo 2007
 00:00

L'ideale sarebbe un mercato dei diritti tv del calcio liberissimo, senza vincoli di legge. Ma siccome di ideali non si vive e di business sì, soprattutto in Italia, allora meglio scegliere il male minore.

È con questa filosofia che la Sky di Rupert Murdoch sta guardando alle, ultime modifiche in cantiere al disegno di legge delega per la revisione della disciplina sulla titolarità e il mercato dei diritti tv del calcio, presentato su iniziativa del ministro per lo sport e i giovani Giovanna Melandri.

Un emendamento, in particolare, presentato dai due relatori Giuseppe Scalerà e Graziano Mazzarello (entrambi dell'Ulivo) nelle commissioni istruzione e lavori pubblici del senato rende più digeribile un provvedimento che proprio non ci voleva.

L'emendamento fa saltare il sistema della concorrenza interna nelle singole piattaforme, visto che il testo attuale del ddl prevede gare per singole piattaforme dove l'operatore vincitore avrà l'esclusiva. Solo che nel digitale si fa presto a dire concorrenza, perché l'operatore è unico, ovvero Sky, unico potenziale aggiudicatario della gara sul digitale.

La proposta di modifica allora mischia le carte per consentire a tutti gli operatori di acquistare i diritti (a questo punto per pacchetti e non in blocco)e di trasmettere le partite nella piattaforma, su cui agiscono.

Insomma, più concorrenza per Mediaset, per Rai e anche per Sky se guarda al futuro, a dopo il 2011 quando non avranno più effetto i vincoli imposti dall'antitrust europea per acconsentire al matrimonio Stream-Telepiù.

Ma, quello che proprio non va già al colosso del magnate australiano è un'altra modifica già formalizzata e che riguarda la durata dei contratti. Il testo Melandri parlare di un termine ragionevole dà stabilire in sede di decreto delegato; il senato invece pensa a tre anni.

Una fregatura per Sky che, in base alle direttive comunitarie, è vincolata a soli due anni. «Chi venderà a noi sapendo che il nostro contratto è biennale e gli altri potranno comprare per tre anni?» è la domanda ricorrente.

Ma il senato sta pensando anche ad altro. Da una parte vuole eliminare il divieto di sublicenziare i diritti almeno nei confronti di singole emittenti locali per eventi relativi alle rispettive aree territoriali.

E poi vuole anche garantire un maggior diritto di cronaca per evitare, insomma, che si ripetano casi come 90°minuto (programma abolito dopo che Mediaset ha comprato i diritti di trasmissione in chiaro delle partire).

Tutte le emittenti potranno dare conto delle azioni migliori e dei gol anche immediatamente dopo la fine delle partite.

Insomma, l'intenzione del senato è quello di temperare il rigore del testo Melandri che rivoluzione il mercato dei diritti tv.

Dato qualificante dell'intervento infatti è la contitolarità di diritti tra società e Lega calcio e la vendita centralizzata dei diritti, con una spartizione dei proventi «equa» e in parte destinata a fini di mutualità generale del sistema.

Le commissioni di palazzo Madama contano di chiudere il testo, che poi dovrà andare in aula, in due settimane. Per poi tornare sicuramente a Montecitorio,

Claudia Morelli
per "Italia Oggi"

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