
LITE DA CORTILE - In realtà si trattò di un'immonda gazzarra, tanto che aggiungemmo: «se i due fossero stati nello stesso studio, sarebbero arrivati alle mani». Molta attesa dunque, ieri pomeriggio, per il collegamento da Genova, dove era di scena la squadra di Zenga, impegnata contro la Samp (3 a 0, con doppietta di Cassano). I più informati tuttavia, sapevano che fra Varriale e Zenga, era già scoppiata la pace.
LA PACE DI COVERCIANO - I due infatti, si erano ritrovati a Coverciano, per la rituale consegna della «Panchina d'oro» (clicca qui per tutte le foto). In quella sede, grazie al generoso impegno dei pacieri di turno, si erano abbracciati, congedandosi «senza rancore». Il furbetto di Varriale però, perfettamente cosciente che quel bisticcio aveva fatto segnare l'audience più alto della trasmissione, e intuendo le aspettative dei curiosi, ieri ha preparato ben benino il collegamento con Genova. Niente di straordinario, s'intende. In sostanza, si è trattato delle doverose scuse rivolte ai telespettatori, costretti, loro malgrado, ad assistere a quel prosaico «chi sei tu, chi sono io».
TUTTO FA AUDIENCE - Il fatto è, che quelle scuse, ieri, ci sono sembrate eccessivamente affettate. Così come, ci sono apparsi molto strumentali, a Coverciano, quegli affettuosi abbracci di «pace fatta», regalati a fotografi e telereporter. Come non sospettare, che il reality sia stato abilmente sfruttato per fare audience? Ai mortali può accadere di far lite. Ed è lodevole poi, fra persone dotate di buon senso, mettere una pietra tombale sull'increscioso episodio. Ancor più, se i litiganti sono - come in questo caso - personaggi pubblici. Chi ha stile però, non rende la riappacificazione un pubblico spettacolo. Non la trasforma insomma, in gran parata; anche se in verità, in questo caso, c'è di mezzo Walter Zenga...
Mimmo Loperfido
per "La Gazzetta del Mezzogiorno"
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