Il dossier diritti tv rischia di essere la lettura dell'estate per chi vuole vendere e comprare il prodotto calcio Serie A. La prima asta ieri ha scontentato tutti, la Lega che ha ricevuto offerte lontane dal miliardo di euro atteso, e i broadcaster, che non hanno gradito la struttura del bando. Adesso comincia una nuova fase di studio e lo scenario futuro dipende anche dalla piega che prenderà un'altra asta, quella per i diritti tv della Champions League.
È da vedere se in campo Uefa si proporrà il duello che non c'è stato attorno ai diritti tv della Serie A, con Sky che si è fatto avanti e Mediaset no. Quasi scontata un'offerta da parte dell'emittente satellitare di Murdoch per recuperare le dirette della Champions, finite nell'ultimo triennio sui canali Mediaset e Premium Sport, con un investimento da 700 milioni di euro che non si è rivelato un buon affare per il Biscione. Tim, che non parteciperà all'asta per la Champions (giudicata anch'essa fuori dalla sostenibilità economica), fa sapere come quella indetta per la Serie A italiana avesse «richieste sproporzionate» e che in tal senso Infront fosse stata già informata più volte. Le attese di incassi per 1,2-1,4 miliardi di euro si sono così rivelate illusorie e anche quelle di Sky. l'unica a partecipare fra i big, sono state deludenti. Ma Tim smonta poi le ricostruzioni, alimentate dallo stesso ad di Infront, di una cordata fra Vivendi-Mediaset-Tim. Per il gruppo peraltro nel bando c'era un pacchetto dedicato alla banda larga. Sullo sfondo resta sempre così la disputa fra Mediaset, che peraltro aveva presentato un esposto (respinto) all'Antitrust sul bando e Vivendi. I due gruppi stanno portando avanti una disputa giudiziaria sul mancato acquisto di Mediaset Premium che molti ritengono possa essere chiusa da un accordo fra le parti. Ma a oggi questa intesa fra Bollorè e la famiglia Berlusconi non c'è e se l'asta poteva rappresentare la cartina di tornasole di un possibile accordo, allora le attese sono state deluse, almeno per ora. Lega e Infront devono vendere i diritti entro dicembre. Sono convinti che andrà in porto l'operazione che coinvolge Vivendi, Mediaset e Telecom, e si riproporrà la competizione fra colossi. Attendere solo le evoluzioni del mercato è però pericoloso.
Indicazioni più precise, ma non definitive, sul futuro possono uscire dalla riunione della commissione tecnica sui diritti tv in programma alle 12 in Lega, con il vice commissario, Paolo Nicoletti, e l'ad di Infront, Luigi De Siervo. Nell'ottica del 'piano B' (un nuovo bando) si ripartirà dalle esclusive per prodotto, nella convinzione che massimizzano i ricavi più delle esclusive per piattaforma caldeggiate dall'Antitrust. Intanto il 'piano C', ossia la creazione di un canale della Lega per distribuire le partite alle emittenti, si sta facendo largo nei pensieri dei club come prima alternativa: la creazione della redazione appare meno preoccupante della capacità della Lega di strutturare un'area dedicata alla produzione e alla distribuzione di partite e rubriche. Al di là degli aspetti finanziari, in quest'ottica sarebbe cruciale accelerare il processo di ammodernamento della governance, tema su cui da tempo la Lega si scontra con visioni di breve termine, che hanno portato fra l'altro all'attuale commissariamento. Non a caso più di un dirigente è convinto che il flop della prima asta possa aiutare una presa di coscienza: è ora che i club prendano in mano il futuro dell'associazione con meno opportunismi e più lungimiranza.
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