I diritti tv internazionali fanno raddoppiare il valore della Serie A. Assicurandosi 1,1 miliardi di euro per il triennio 2018-21, il campionato italiano supera la Bundesliga, e si assesta in questo segmento alle spalle di Liga (636 milioni di euro a stagione) e Premier League (1,3 miliardi). Un applauso ha accompagnato la delibera votata all'unanimità da 18 club. Assenti il Benevento e il Napoli, di uno stizzito Aurelio De Laurentiis, che ha definito «ridicolo» il ricavo complessivo di 370 milioni a stagione, ha attaccato il commissario di Lega nonché presidente federale Carlo Tavecchio, e l'ad di Infront Luigi De Siervo, contestando i tempi del bando e la scelta di vendere a un'unica agenzia, Img, che distribuirà il prodotto a livello globale. L'agenzia statunitense si è aggiudicata con 340 milioni di euro i diritti tv globali, e con altri 12 quelli destinati agli operatori di scommesse. Forse non era l'offerta più consistente (Mp&Silva l'avrebbe di poco superata, Mediapro e Perfor gli altri concorrenti) ma è stato preferito il piano industriale.
«È emerso l'elemento qualitativo su quello quantitativo», hanno sintetizzato l'ad della Juventus, Beppe Marotta, e quello del Milan, Marco Fassone. Il piatto (più ricco dei 185 milioni a stagione di questo triennio) è completato dai 4 milioni della Rai per trasmettere la Serie A nelle aree dove sono concentrate le comunità di italiani all'estero. Alla cifra complessiva di 356 milioni a stagione, va aggiunto il 4% relativo a costi di fornitura del segnale dei contenuti. Di questo bando non sono invece stati venduti i diritti tv internazionali di coppa Italia e Supercoppa italiana, e soprattutto c'è grande attesa per il nuovo bando nazionale, dopo l'asta andata deserta qualche mese fa. Per procedere, Infront aspetta la nomina della nuova governance della Lega Serie A, attesa nel giro di un mese, sempre che lunedì prossimo non vadano in scena sorprese nell'assemblea convocata per ratificare la riforma dello statuto. L'advisor non ha fretta, anche perché si attende la definizione dello scenario sul fronte Mediaset-Vivendi, con la speranza di stimolare la stessa concorrenza verificata sul mercato internazionale. «Avevamo tre offerte molto vicine, la competizione è stata serratissima», ha detto il sub commissario, Paolo Nicoletti (che a Londra ha condotto le trattative private con il dg della Lega Marco Brunelli e De Siervo). Hanno pesato anche gli aspetti legati a visibilità, marketing, sviluppo del brand. E, come ha aggiunto l'ad di Infront, è prevalsa la vendita globale su quella per territori anche «per evitare i rischi legati a crisi di certe aree, come quella cinese, che fanno perdere valanghe di soldi».
Tutto ciò ha scontentato De Laurentiis, che ha lasciato l'assemblea prima del voto, «non inc... ma deluso», chiedendosi perché non si sia attesa la nomina del nuovo ad della Lega, perché Milan e Inter abbiano accettato queste offerte «a dir poco mortificanti», prospettando «il baratro» per il calcio italiano, e tirando bordate: «Infront cura anche gli interessi della Figc, che non andrà mai contro Infront. De Siervo a capo di Infront l'ha messo Renzi, non credo che Luca Lotti sarebbe mai andato contro Infront, essendo uomo di Renzi. C'è tutto questo ingranaggio che fa faticare il calcio italiano». «Queste dichiarazioni si commentano da sole», ha tagliato corto Tavecchio, sottolineando che all'iter hanno partecipato «tutte le componenti delle società». Sorpreso anche De Siervo, che a caldo ha ventilato a strascichi legali, salvo poi fare marcia indietro ridimensionando l'uscita di De Laurentiis: «Si sa come è fatto, spesso si fa prendere dall'euforia e parla oltre le righe».