In attesa che arrivino notizie dalla Lega Calcio, dove alle 14 è iniziata l'assemblea generale straordinaria con all'ordine del giorno l'incerta situazione dei diritti televisivi, vi proponiamo le interviste realizzate da "La Stampa" ai direttori di Rai Sport (Massimo De Luca) e di Sport Mediaset (Ettore Rognoni), le cui testate sono in lizza per gli highlights di Serie A.
Massimo De Luca, direttore di Rai Sport, che aria si respira in redazione?
«C'è grande preoccupazione. Quello che sta succedendo è un'autentica follia; non sappiamo se ci sarà Sabato Sprint, non sappiamo se esisterà ancora la Domenica Sportiva. Mancano quattro giorni al primo anticipo e c'è la possibilità che i programmi sportivi da cinque si riducano a tre».
La Lega non sembra disposta ad accettare la vostra proposta.
«La storia è conosciuta: c'era un bando e nessuno ha partecipato, quindi siamo andati alle buste ma adesso non vanno bene neppure quelle, sento parlare addirittura di trattativa ad oltranza. E una deroga alle regole e non ci stiamo, siamo pronti a ritirare la nostra offerta».
La prima giornata di campionato, salvo colpi di scena, rischia di essere oscurata.
«Il rischio purtroppo esiste ed è un peccato per le classi meno abbienti».
Matarrese dice invece che la Rai è un servizio pubblico e che chi paga il canone ha il diritto di ricevere in cambio qualcosa.
«Ci sono stati dei ritardi nella procedura di vendita che hanno compromesso la trattativa. La Rai non può regalare soldi, i presidenti di serie A si devono rendere conto che il calcio in chiaro non ha più il mercato di qualche anno fa».
Al momento è impensabile che venga ritoccata la vostra offerta?
«Ci vuole buon senso da ambedue le parti. E, lo ripeto, noi non regaliamo soldi».
Ettore Rognoni, direttore dello sport di Mediaset, cosa succederà se sparirà Controcampo?
«Penso positivo e resto convinto che riusciremo a mandare in onda la trasmissione. Comunque è strano ritrovarsi in questo clima d'incertezza. Nel frattempo ci stiamo preparando a ogni evenienza facendo delle simulazioni di trasmissione. Per fortuna abbiamo il canale digitale da gestire, trasmetteremo otto partite e ci saranno continue finestre d'informazione, lavoriamo in sinergia e questo è senza dubbio un vantaggio».
Mediaset non sembra puntare sul calcio in chiaro.
«Il prodotto calcio si è svalutato molto in questi anni e lo vediamo anche quando andiamo a raccogliere la pubblicità perché non riusciamo a recuperare i soldi spesi. Il futuro della televisione è il digitale terrestre o in alternativa il satellitare».
Se la Rai dovesse acquisire i diritti, vi sentireste sconfitti?
«Chi porta a casa "un diritto" con una valutazione economica sbagliata non può essere considerato un vincitore».
Se dovesse esserci soltanto la Domenica Sportiva rischiereste di perdere molti spettatori in seconda serata.
«Noi rispetto alla Rai abbiamo strategie diverse e quindi non esiste una vera sfida».
Ma il Controcampo di Sandro Piccinini l'anno scorso andava così male?
«Assolutamente no, abbiamo ottenuto eccellenti risultati nonostante una contro-programmazione che prevedeva Pippo Baudo e Gerry Scotti».
Massimo De Luca, direttore di Rai Sport, che aria si respira in redazione?
«C'è grande preoccupazione. Quello che sta succedendo è un'autentica follia; non sappiamo se ci sarà Sabato Sprint, non sappiamo se esisterà ancora la Domenica Sportiva. Mancano quattro giorni al primo anticipo e c'è la possibilità che i programmi sportivi da cinque si riducano a tre».
La Lega non sembra disposta ad accettare la vostra proposta.
«La storia è conosciuta: c'era un bando e nessuno ha partecipato, quindi siamo andati alle buste ma adesso non vanno bene neppure quelle, sento parlare addirittura di trattativa ad oltranza. E una deroga alle regole e non ci stiamo, siamo pronti a ritirare la nostra offerta».
La prima giornata di campionato, salvo colpi di scena, rischia di essere oscurata.
«Il rischio purtroppo esiste ed è un peccato per le classi meno abbienti».
Matarrese dice invece che la Rai è un servizio pubblico e che chi paga il canone ha il diritto di ricevere in cambio qualcosa.
«Ci sono stati dei ritardi nella procedura di vendita che hanno compromesso la trattativa. La Rai non può regalare soldi, i presidenti di serie A si devono rendere conto che il calcio in chiaro non ha più il mercato di qualche anno fa».
Al momento è impensabile che venga ritoccata la vostra offerta?
«Ci vuole buon senso da ambedue le parti. E, lo ripeto, noi non regaliamo soldi».
Ettore Rognoni, direttore dello sport di Mediaset, cosa succederà se sparirà Controcampo?
«Penso positivo e resto convinto che riusciremo a mandare in onda la trasmissione. Comunque è strano ritrovarsi in questo clima d'incertezza. Nel frattempo ci stiamo preparando a ogni evenienza facendo delle simulazioni di trasmissione. Per fortuna abbiamo il canale digitale da gestire, trasmetteremo otto partite e ci saranno continue finestre d'informazione, lavoriamo in sinergia e questo è senza dubbio un vantaggio».
Mediaset non sembra puntare sul calcio in chiaro.
«Il prodotto calcio si è svalutato molto in questi anni e lo vediamo anche quando andiamo a raccogliere la pubblicità perché non riusciamo a recuperare i soldi spesi. Il futuro della televisione è il digitale terrestre o in alternativa il satellitare».
Se la Rai dovesse acquisire i diritti, vi sentireste sconfitti?
«Chi porta a casa "un diritto" con una valutazione economica sbagliata non può essere considerato un vincitore».
Se dovesse esserci soltanto la Domenica Sportiva rischiereste di perdere molti spettatori in seconda serata.
«Noi rispetto alla Rai abbiamo strategie diverse e quindi non esiste una vera sfida».
Ma il Controcampo di Sandro Piccinini l'anno scorso andava così male?
«Assolutamente no, abbiamo ottenuto eccellenti risultati nonostante una contro-programmazione che prevedeva Pippo Baudo e Gerry Scotti».
Interviste tratte
da "La Stampa"
da "La Stampa"