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Pay-tv, il satellite è la piattaforma più ricca nel futuro

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Fonte: MF

E
Economia

Crescerà lentamente il mercato della pay-tv in Europa occidentale. Secondo le stime dell'istituto di ricerca Analysys, alla fine del 2007 le famiglie che accedono alla televisione a pagamento sono 90,6 milioni Nei prossimi anni, il loro numero crescerà in media a un ritmo del 3,2% cosicché, alla fine del 2013, saranno 109,2 milioni. Nello stesso periodo la loro spesa (abbonamenti e accesso a servizi pay-per-view e video on demand) passerà da 21,5 a 28 miliardi di euro, ovvero il 4,5% in più anno su anno.

Le piattaforme in competizione. Secondo Analysys, il mercato della pay-tv è ormai maturo. Tuttavia, lo sviluppo tecnologico, e quindi la disponibilità di nuove piattaforme e offerte, sarà all'origine di una modesta crescita.

A contendersi il budget delle famiglie sono quattro piattaforme: il cavo, il satellite, l'Ip-tv (e le relative forme ibride) e il digitale terrestre. Tra il 2004 e 0 2007 gli operatori via cavo, nella versione analogica e digitale, hanno consolidato la loro posizione e nei prossimi anni continueranno a rappresentare la maggior parte del mercato.

Nel 2013 essi arriveranno a intercettare il 48% delle famiglie. Tuttavia la loro crescita sarà modesta. Il principale processo che interesserà questo segmento, infatti, sarà la conversione dall'analogico al digitale. Cosicché, in definitiva, la loro quota di mercato, si ridurrà del 58% rispetto al 2007. Alla fine del 2007 il satellite intercettava il 28% delle famiglie e il 52% della loro spesa. Rispetto al cavo, il satellite gode di condizioni migliori per affrontare la competizione: offre già contenuti premium, ha una esperienza di fruizione superiore e brand forti.

Alla fine del 2013, il satellite sarà adottato dal 29% delle famiglie e rappresenterà il 54% della spesa televisiva. L'Ip-tv puro e la sua versione ibrida con il digitale terrestre saranno le piattaforme con il più alto tasso di crescita. Le famiglie che adotteranno una di queste soluzioni aumenteranno in media del 19% all'anno, passando da 5,8 a 16,6 milioni. Tuttavia, la maggior parte dei fruitori sottoscriverà forme base di abbonamento il cui valore sarà molto basso. Alla fine del 2013, le piattaforme Ip-tv rappresenteranno infatti appena l'8% della spesa delle famiglie dell'Europa occidentale.

Infine, il digitale terrestre crescerà al un ritmo del 7,5% anno su anno. Questa piattaforma continuerà tuttavia a interessare una gruppo ristretto di utenti. Cosicché nel 2013 entrerà nelle case di appena il 6% delle famiglie. Lo scenario nel suo complesso vede, quindi, una crescita sostenuta di Ip-tv e digitale terrestre, ma la sostanziale predominanza in termini di audience e di spesa degli operatori via cavo e via satellite.

La spesa in televisione. La spesa in pay-tv crescerà più lentamente rispetto al pil. Tale trend dipende sia dall'aumento della quota delle famiglie che accedono ai programmi attraverso abbonamenti di piccolo taglio, sia dalle offerte multi-play (come le offerte delle società di telecomunicazioni che includono servizi voce, Internet e, appunto, televisione). A sostenere la crescita in valore saranno gli abbonamenti premium, il cui numero aumenterà in media del 6,2% all'anno tra il 2007 e il 2013. Tale crescita riflette la pressione da parte degli operatori via satellite ad aumentare la spesa media degli abbonati.

Nel corso dei prossimi anni, il satellite rappresenterà infatti tra l'82 e l'87% della spesa in servizi premium. Infine, la quota dei servizi pay per view e video on demand passerà dal 4 al 10% della spesa complessiva. Questa tendenza sarà determinata da tre fattori. In primo luogo dalla crescita delle piattaforme Ip-tv, dove il video on demand rappresenta la principale fonte di reddito per molti player. Inoltre, dalla divisione dei diritti a trasmettere eventi sportivi, che prevede licenze anche per questo tipo di servizi. Infine, dal lancio dei servizi video on demand via cavo.

La situazione in Italia. Secondo Analysis, la penetrazione della pay-tv in Italia oscilla tra il 30 e il 40% delle famiglie. Insieme alla Spagna, l'Italia si conferma essere fanalino di coda, ben lontano dalla media europea che si attesta tra il 50 e il 60%)

L'assenza di un'offerta via cavo ha fatto sì che l'Italia sia stata tra le prime nazioni dove gli operatori hanno lanciato servizi Ip-tv. Tuttavia, l'impatto di questa piattaforma sul mercato è ancora poco significativo sia per l'assenza di contenuti distintivi, sia per il bisogno di aggiornare le modalità di accesso al network. Allo stato attuale, quindi, il mercato è diviso tra satellite (55% circa) e digitale terrestre (40% circa).

L'integrazione di tuner per il digitale terrestre nei set top box e il passaggio ai network Adsl2+ (ad affiancare la fibra ottica) consentiranno tuttavia all'Ip-tv (puro e ibrido) di raggiungere una quota pari al 17% delie famiglie nel 2013, rosicando circa 5 punti percentuali al satellite e una decina al digitale terrestre.

Lorenzo Facchinotti
per "MF"
(22/4/08)

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